La zona costiera di Cassano allo Ionio riveste un ruolo di fondamentale importanza non solo per il suo intrinseco valore ecologico e paesaggistico ma anche, e soprattutto, per il ruolo strategico nell’ambito del turismo, visto che i suoi circa 7 km di coste ospitano tra gli habitat naturali più attraenti dell’intero territorio nazionale. La costa ionica della Sibaritide mostra un elevato grado di biodiversità, essendo presenti habitat dunali, acquatici, igrofili (stagni, lagune e paludi) che sono l’ideale per specie come la Cicogna bianca, la tartaruga marina Caretta caretta, il Fratino e il Giglio di Mare.

Abbiamo incontrato il giovane Salvatore Golia, laureato in scienze naturali e volontario della Lipu di Rende,  per farci raccontare qualcosa del suo prezioso impegno per la salvaguardia della cicogna bianca, una  specie assente dall’Italia da circa 500 anni. Salvatore Golia è abilitato al  monitoraggio e sorveglianza delle Cicogne nella Piana di Sibari. Inoltre è  operatore volontario per  la ricerca delle tracce di nidificazione di Caretta caretta e la messa in sicurezza dei nidi, nel tratto di costa che va da Villapiana lido al Sic IT9310052 “Casoni di Sibari”, a supporto di vari enti (TARTACare Calabria Unical; Caretta Calabria Conservation; Oasi WWF Policoro Herakleia).

La Lipu di Rende dal 2012  organizza il “Cicogna Day”, una giornata dedicata alla scoperta della Cicogna bianca, una specie simbolica che tutti conoscono ma pochi hanno avuto la possibilità di ammirare da “vicino” nel suo habitat naturale. Questa iniziativa prevede delle uscite sui  siti di nidificazione dove è possibile osservare, grazie all’utilizzo di binocoli e cannocchiali, la specie durante lo svolgimento delle sue attività giornaliere, ovvero volo, predazione, cura dei pulli ed avere delle spiegazioni, con il supporto delle guida Lipu. Anche quest’anno la manifestazione, che ha avuto luogo il 16 giugno, ha riscosso un notevole successo ed è stata  ripresa dalle telecamere della Rai.

Il progetto Cicogna bianca è attivo in Calabria  dal 2003 e si regge esclusivamente  sul lavoro gratuito dei volontari della Lipu di Rende come Salvatore che ci ha fornito preziose informazioni su questo uccello, amico degli agricoltori in quanto ghiotto di insetti nocivi per i raccolti. Ci ha detto che la Sibaritide (la prima nidificazione è avvenuta negli anni ’90 in Contrada Tre Ponti) anche quest’ anno si conferma la meta prediletta per la nidificazione della Cicogna bianca contribuendo a far divenire questa zona, già piena di storia, ancor più un angolo di paradiso. Durante l’intervista ci ha spiegato che la cicogna bianca ha questo nome pur non presentando completamente un piumaggio bianco ma ha le penne remiganti nere ( molto importanti per la funzione del volo) becco  e  zampe di colore rosso  che la contraddistinguono fenotipicamente. In Calabria grazie al Progetto Cicogna bianca e al supporto dell’Enel la Lipu di Rende è riuscita a posizionare sui tralicci e pali elettrici 74 nidi, in  tre province (Cosenza, Crotone e Catanzaro) e 7 aree geografiche.

Oggi il numero di coppie nidificanti nella Piana di Sibari sono 16 una in più rispetto al 2017 ( inizialmente erano 18 ma 2 sono state abbandonate per cause antropiche).  L’accoppiamento avviene agli inizi di marzo, in genere vengono deposte dalle 3-5 uova ad intervalli di 36 ore. La cova dura circa 32-34 giorni e dopo circa 60 gg., a settembre,  i piccoli sono in grado di volare. Quest’anno sono nati nella Piana di Sibari 51  pulli “Cicognini”.  Dunque la piana di Sibari si riconferma coma zona particolarmente calda, il luogo prediletto da questo esemplare tanto che, come afferma Golia, alcune coppie non sono migrate a settembre, complice il clima particolarmente mite degli ultimi anni anche se, continua, sarebbe necessario un lavoro di monitoraggio degli esemplari per sapere i percorsi che questi uccelli compiono e quanti di essi ritornano nella zona  di Sibari.

Un progetto importante che si basa sulla disponibilità e passione dei volontari Lipu come Salvatore  impegnati in attività di monitoraggio, raccolta di informazioni scientifiche sulla biologia riproduttiva della specie e azioni di sensibilizzazione, condotte nelle scuole e tra la popolazione locale – e inoltre sull’impegno di Enel, che ha creduto nel progetto e che, oltre ad aver installato le piattaforme, ha isolato i cavi elettrici dell’alta tensione per ridurre i rischi di folgorazione (elettrocuzione) per gli animali.

Carmine Schiavo