1839. Tra ville che sanno d’arancio e di limone e regie delizie, teatro di infiniti giardini sul mare, nasce la prima linea ferroviaria a costruirsi in quel che ancora non è il Regno d’Italia.

A volo, di gabbiano, tra antico e moderno.

1799. Un’orda libera di studenti e cacciatori delle Calabrie tuona ancora nel simbolo della strenua resistenza repubblicana, divora le strade del Miglio D’Oro.

A volo, di gabbiano, tra antico e moderno.

In un quadro di somiglianza che pare attuale, la resistenza armata si mescola all’ingegno che il 3 ottobre 1839 inaugurò il vanto della penisola. Si riscuote, al culmine d’una guerra “fratricida”, e infine muore tra le mura del Fortino di Vigliena l’impeto intellettuale di Lauberg, Pagano e Fonseca Pimentel. Finisce sotto i colpi del cardinale-conquistatore Fabrizio Ruffo.

È il 13 giugno 1799, ricorre una festa importante, è il giorno di Sant’Antonio da Padova, il patrono di Napoli che pochi mesi prima ha rimosso la guida San Gennaro, considerato un irriverente partigiano della Repubblica. In quel giorno la fortuna non può che arridere all’Esercito della Santa Fede, che ha fatto razzia del Meridione e ora punta Napoli per reinsediare il Re. Smuore così il breve, stoico sussulto dell’esperienza repubblicana. Con il sacrificio di Antonio Toscano si spegne la storia d’un luogo che, per quanto fulgido, tristemente non brillò più a lungo di polvere da sparo.

Su ali di gabbiano, l’antico ci restituisce il moderno e…

San Giovanni a Teduccio

Marina di Vigliena Prenota il tuo posto barca. Di questi titoli a caratteri cubitali è ancora piena la rete.

Il progetto del 1999 approvato nel 2006 con lo stanziamento di 77 milioni di euro prevedeva la realizzazione del Porto Turistico in località Vigliena a San Giovanni a Teduccio attraverso un intervento di recupero di parte dell’opificio “Corradini”, ora dismesso, in parte di proprietà comunale e in parte di proprietà del demanio marittimo.

L’Approdo di Vigliena con i suoi 850 posti barca, scuola di vela, ormeggi, rimessaggio, giardini, strutture di ristorazione e conservazione dell’architettura industriale è solo l’ultimo dei miraggi per i cittadini della periferia Napoli est.

Dopo lunga agonia e scelte poco lungimiranti che hanno tarpato le ali alla vocazione turistica di un territorio baciato dal mare e precluso ad esso dalla presenza di fabbriche che ne impedivano l’accesso e deturpavano il panorama, il progetto di riqualificazione del territorio sembrava restituire dignità al territorio dopo il disastro perpetrato negli anni.

15 anni dopo, dimenticata l’area nel degrado, sono ancora molte le proposte che minano il progetto di risanamento auspicato. Appena in tempo si è riusciti a bloccare il progetto che avrebbe visto soccombere il porto turistico a un porto commerciale, sopprimere area Corradini e Baia di Vigliena per la darsena e il nodo ferroviario per contenere container. Arriva un’altra minaccia: la realizzazione di un serbatoio di oltre 20 mila metri cubi per contenere gas industriale. Un progetto, secondo il piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che prevede la realizzazione di un deposito di stoccaggio di GNL. Fiumi di parole, intrecci politici, conflitti di interesse continuano a corrompere il sogno. Tanta nebbia nella città del Miglio d’oro dove ancora un raggio di sole restituisce però speranza.

Siamo sempre a San Giovanni a Teduccio, ex stabilimenti Cirio. Il Polo Scientifico con le sue aule didattiche, gli spazi multifunzionali, i laboratori, le biblioteche e i centri congressi è modello europeo di rigenerazione urbana e testimonianza di affrancamento di una periferia che è riuscita ad accogliere il centro anziché, per una volta almeno, esserne respinta.

Non ci resta che crederci e resistere, combattere ancora strenuamente. Chissà, forse un giorno non troppo lontano si potrà godere dei nostri litorali e riuscire a creare occupazione sostenibile nella maniera più naturale.

Lucia Montanaro – Gerardo Manfellotti – Carmine Schiavo