Ecco cosa resta delle sagome di Lila e Lenù, le protagoniste della saga geniale di Elena Ferrante,  diventate un murales realizzato sul muro della biblioteca comunale del Rione Luzzatti, il quartiere in cui è ambientata la storia avvincente dei quattro romanzi della Ferrante.

Sono bastati pochi giorni di pioggia e intemperie per ridurre l’opera street di Eduardo Castaldo, fotografo di scena della fiction, in queste condizioni.

Il murales  avrebbe dovuto attirare turisti da ogni parte del mondo e amanti de “L’Amica geniale”, l’opera di Saverio Costanzo andata in onda su Rai 1, sui luoghi dove si è snodata la vicenda che tanto interesse ha suscitato, prima nei lettori e poi nei telespettatori.

Le sagome, realizzate sul muro della Biblioteca Andreoli, sono state inaugurate il 28 gennaio scorso dal presidente della Regione Campania De Luca, presenti  le piccole attrici Ludovica Nasti ed Elisa Del Genio, oltre a don Palmese, David Lebro, Lucia Fortini, Franco Roberti.

Il murales è solo la prima parte di un progetto più ampio che ne comprende altri, il prossimo dei quali, ideato dai ragazzi delle scuole medie del Rione Luzzatti, sarà inaugurato tra marzo e aprile nel piazzale Lobianco.

Il presidente della Regione Campania De Luca ha annunciato anche lo stanziamento di 2 milioni di euro per la realizzazione di un centro sociale e un ambulatorio.

Tutto questo nasce e si concretizza nell’ottica di un tentativo di rinascita di un quartiere dimenticato, segnato dal degrado, accerchiato dalla prostituzione e assalito all’improvviso da turisti e curiosi, senza avere le strutture per accoglierli, stretto tra carcere, centro direzionale e un grosso mercato, a due passi dalla stazione centrale.

I murales avrebbero dovuto rappresentare un polo attrattivo per chi voleva immergersi negli ambienti della storia (anche se questi nella fiction sono stati ricostruiti fedelmente a Caserta). Ma chi va adesso cosa trova?  Immagini sbiadite, scollate! Altro che murales!

Abbiamo rappresentato tali criticità all’artista, il quale ha condiviso la nostra amarezza per lo stato in cui versa l’opera, da imputarsi, a suo dire, “alle cattive condizioni del muro che ospita i murales” e ci ha così reso partecipi dei propri intenti in merito: “…il mio concetto di murales è un invito a vivere il rione, le cosa che faremo le metteremo dentro i palazzi, questo che abbiamo realizzato invece è un invito ad entrare in biblioteca. Questa è la nostra ambizione”.

Constatiamo, con grande soddisfazione, che l’artista si è già messo all’opera per il ripristino dello stato dei luoghi.

Da parte nostra, ci auguriamo almeno che i prossimi murales vengano realizzati con tecniche più durature, diciamo così “geniali”.

Carmine Schiavo