La proposta di abolizione dei tribunali minorili prevede anche i relativi uffici di procura e l’istituzione di “sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori” di due tipi: le sezioni cd circondariali, alle quali sono sostanzialmente attribuite le competenze che già oggi svolgono le sezioni specializzate in materia di persona e di famiglia presso i tribunali ordinari, e le sezioni cd distrettuali, previste solo nelle sedi di Corte di Appello, alle quali, oltre alle competenze civili del tribunale ordinario che ha sede nel capoluogo del distretto in materia di persona e di famiglia, sono attribuite tutte le attuali competenze del tribunale per i minorenni (civili, penali e amministrative), alle quali si aggiungono i procedimenti relativi ai minori stranieri non accompagnati.
Si prevede inoltre l’introduzione di alcuni principi processuali volti a fornire un più chiaro criterio per delimitare le competenze, in pendenza di separazione, fra le sezioni circondariali e quelle distrettuali. La proposta non ha trovato unanimi consensi. Hanno avuto apprezzamento comune le volontà di porre rimedio all’attuale frammentarietà di competenze tra tribunale ordinario (sezioni specializzate famiglia e giudice tutelare) e tribunale per i minorenni, nonché il mantenimento tra le competenze delle sezioni distrettuali della materia del pregiudizio (limitazione e decadenza della responsabilità genitoriale), l’esercizio in via esclusiva, da parte dei magistrati addetti alla sezione distrettuale, delle loro funzioni e la composizione (giudici togati e giudici onorari) di tale sezione.
Tuttavia, a parere di molti operatori della giustizia minorile, il sistema complessivo così come “riformato” non è in grado di assicurare l’obiettivo di una “giustizia a misura di minorenne” e una presa in carico “olistica della tutela”, come raccomandato da norme e linee guida internazionali, che solo un ufficio giudiziario autonomo e dedicato caratterizzato da multidisciplinarità, competenza esclusiva e specializzazione potrebbe garantire in maniera uniforme e adeguata sull’intero territorio nazionale. Nel momento in cui la “separatezza” viene meno, e la giurisdizione minorile viene accorpata a quella ordinaria, si corre il rischio di un appiattimento e di una dispersione di una esperienza preziosa e infungibile, che potrebbe essere facilmente fagocitata da logiche e bisogni diversi, non sempre compatibili con l’esigenza di dare tutela agli individui in formazione.
“L’abolizione dei tribunali per i minorenni farà disperdere eccellenze e competenze specifiche di magistrati e operatori del settore che affrontano ogni giorno questioni delicate. Inoltre, non è vero che l’abolizione porterebbe a un risparmio in termini economici perchè, se è vero che l’organico di ogni singolo tribunale per i minorenni confluirebbe nei tribunali ordinari, andando a tappare falle dovute alla carenza di personale, è altrettanto vero che il carico di lavoro aumenterebbe notevolmente portando a problemi ben più gravi”. Lo ha detto l’avv. Angela Falcone, presidente della Camera Penale Minorile di Salerno nel corso di un convegno tenutosi oggi nella sala del Gonfalone del Comune di Salerno a cui hanno partecipato, numerosi addetti ai lavori tra cui Americo Montera, presidente Ordine Avvocati di Salerno; Pasquale Andria, presidente Tribunale per i Minorenni di Salerno; Antonino Sessa, docente di Legislazione Penale Minorile Università di Salerno; Leonardo Gallo, consigliere Comunale di Salerno; Maurizio Barruffo, e Piero Avallone, magistrati presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli; l’avv. Mario Covelli, presidente nazionale della Camera Penale Minorile che ha aggiunto: “Il passaggio delle competenze ai tribunali ordinari farebbe venir meno la funzione del tribunale per i minorenni che è quella di aiutare a risolvere le difficoltà in tempi brevi, proprio per consentire al minore di poter riprendere il percorso di crescita sana”.
L’esigenza di partenza è quella di evitare la frammentazione e accentrare in uno stesso ufficio giudiziario le competenze in materia di minorenni di famiglia. Tra i meriti quello di aver posto attenzione ad alcuni aspetti essenziali per la specializzazione. Rimangono però delle carenze vistose, che determinerebbero conseguenze estremamente gravi per la giurisdizione a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza.
Carmine Schiavo