Quest’anno il Comune di Bacoli, nella penisola a nord del Golfo di Napoli, guidato dal Commissario Prefettizio Tarricone, compie 100 anni dalla sua istituzione. Un territorio ricco di delizie, litorale di Torregaveta-Cuma, i laghi Miseno e Fusaro ma con enormi croci quali la povertà e il disagio economico-sociale. Bacoli è tra le Città sul mare, se non l’unica, a non avere un porto turistico. Eppure a Baia esistevano un porto commerciale, una rimessa di navi abbandonate e ancor prima era stato un importante porto naturale degli antichi Romani.
Oltre tutto ciò, in località Baia, a Bacoli, e precisamente in via Lucullo 43, ha aperto da un po’ di tempo una locanda molto speciale: “La locanda degli Amori e dei Sapori” gestita da una cooperativa sociale costituita da 3 ragazzi con sindrome di down, Martina Raiola, Mario Bottino e Maria Rosaria Falanga. I tre giovani si sono formati per 6 lunghi anni svolgendo la loro istruzione professionale, nell’Associazione della Bottega dei Semplici Pensieri, esperienza affiancata e supportata durante eventi di solidarietà da valenti Chef del territorio.

L’attività è stata fortemente voluta dai genitori dei tre ragazzi che hanno fondato una Cooperativa Sociale che intende farsi promotrice di iniziative e proposte che consentano ai giovani diversamente abili, ma anche normodotati, di inserirsi nel mondo del lavoro, di integrarsi nel tessuto sociale e di migliorare la qualità della propria vita. La loro cucina è semplice e genuina e allo stesso tempo varia e completa. Mariarosaria in cucina e Martina e Mario in sala offrono con un sorriso piatti della cucina napoletana con abbinamenti di condimenti e sapori ricercati e frutto di un grosso e sapiente lavoro di ricerca. La loro specialità? Pasta e fagioli con le cozze!
L’esperienza di questi giovani supportati dai loro genitori che, preoccupati per il futuro dei propri figli quando loro non ci saranno più, li affiancano in questa esperienza creata per fornire un modello di inclusione e recupero dello svantaggio. Mariarosaria, Martina e Mario hanno vinto la loro battaglia, si sono integrati, hanno vinto le resistenze che li vedevano relegati a esperienze marginali e ripetitive, loro hanno dimostrato che un cromosoma in più rappresenta una marcia in più. Vale la pena quindi farci un salto approfittando dei festeggiamenti del centenario e assaggiare un loro piatto, ma soprattutto fermarsi con loro a parlare e ammirare quanto siano bravi!
Carmine Schiavo