Domenica 16 febbraio si è tenuta la quarta edizione dell’iniziativa Innamòrati/Innamoràti di Napoli, organizzato dall’Assessorato alla Cultura ed al Turismo del Comune di Napoli. Una serie di visite guidate da “illustri ciceroni” alla scoperta della bellezza e della cultura partenopea. Il giornalista, critico e presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, Giulio baffi ha aperto ai cittadini lo storico Teatro San Ferdinando situato in Piazza Eduardo de Filippo.
La visita è iniziata con un accenno alla storia di questo teatro sorto alla fine del 1700. Nel corso degli anni si sono succeduti sul palco del San Ferdinando commedie, tragedie e successi di grandi attori e drammaturghi tra cui Federico Stella.
Durante la seconda guerra mondiale le bombe rasero al suolo gran parte del teatro che rivide la luce grazie a Eduardo de Filippo che lo acquistò e decise la disposizione della platea e del palco.
All’ingresso del teatro, come ha spiegato Giulio Baffi, vi è un passaggio circolare dove, tra il secondo e il terzo atto (una volta le rappresentazioni erano caratterizzate da tre atti) venivano organizzati buffet e dove gli spettatori potevano intrattenersi. In questi spazi sembrava di ascoltare ancora il vociare di uomini e donne in abiti eleganti che commentavano e discutevano della rappresentazione a cui avevano assistito. Giunti sul palcoscenico l’emozione continua: sedie di legno, scarpe e oggetti vari usati da tutti gli attori che hanno calcato queste tavole, lasciati lì… per ricordare. E allora proprio lì, su quelle tavole, ti giri e immagini un uomo dal passo lento, magro e invecchiato dalla vita che dice: ”Nun è overo…Nun po’ essere overo!” e la donna: ”Tiene. E figlie nun se pavàno!” ed esplode fragoroso l’applauso del pubblico.
E allora immaginiamo di seguire il Maestro nel suo camerino. Si siede sulla sua poltrona, accanto c’è un tavolino, di fronte un divano. Quello che vediamo oggi si tratta di una riproduzione, ma fedele alla realtà, del camerino di Eduardo in quanto in seguito a dei lavori quello originale venne abbattuto. Successivamente ci si rese conto dell’”errore” commesso e fu ricostruito esattamente dov’era. Qui Eduardo accoglieva gli attori prima di andare in scena, probabilmente per dare gli ultimi consigli e incoraggiamenti. Alle pareti del Teatro sono esposti, come in un libro aperto, teche dove sono conservate i costumi di scena, scarpe e oggetti scenici appartenuti a tutti gli attori della tradizione teatrale napoletana. Da Pupella Maggio a Eduardo Scarpetta, e l’occhio cade su una foto dove quest’ultimo è ritratto insieme ai piccoli Eduardo, Titina e Peppino. La galleria di foto e ricordi continua con Totò, Nino Taranto, Luisa Conte e tanti altri. La visita finisce, ma l’emozione continua ancora. Continua la consapevolezza della passione, dell’amore, del talento e del sacrificio degli attori che hanno reso grande il Teatro napoletano.
Carmine Schiavo