“Silenzioso il degrado cui s’abbandonano questi non-luoghi riposa sulla ricchezza. E non s’ha più memoria così di quanto grande fosse il Casale Regio della Barra”. Recitano così le parole del giovane autore Gerardo Manfellotti che, nonostante infondano speranza, lasciano una sensazione di insoluto, trascurato, dimenticato.

Uno spregio perpetrato nei secoli che sembra non avere fine nonostante l’impegno profuso da parte di organizzazioni private e timidi passi da parte delle istituzioni.
Vorremmo poter capire quale disegno può mandare in pensione il passato e la sua cultura, il bello nel quale tutti sappiamo si vive meglio e con più dignità, quale disegno rinuncia a investire nelle potenzialità di un paese e lascia languire con esse la possibilità di indotti turistici (in termini di fatturato, reddito, occupazione, e contributo alla bilancia commerciale). Quale disegno consente ai nostri governatori di passeggiare a testa bassa, senza più vedere cosa stanno lasciando inghiottire all’incuria?
“Ancora però resta l’Elpis esopica, non già la vana illusione di Esìodo che giace al fondo del vaso di Pandora, ma la speranza tenace che un giorno si dia nuovo lustro alle meraviglie dei nostri Casali.”
Lucia Montanaro – Carmine Schiavo