“Anche il mio nuovo maestro mi piace, dopo questa mattina. Durante l’entrata, mentre egli era già al suo posto, s’affacciava di tanto in tanto alla porta della classe qualcuno dei suoi scolari dell’anno scorso, per salutarlo; s’affacciavano, passando, e lo salutavano: Buongiorno, signor maestro. Buon giorno, signor Perboni; alcuni entravano, gli toccavano la mano e scappavano. Si vedeva che gli volevano bene.”
Chissà cosa avrebbe pensato il maestro personaggio dell’illustre libro “Cuore” di Edmondo de Amicis, se avesse visto uno dei suoi ragazzi Garrone, Derossi, Robetti lanciare chewing gum, monete o insulti gravi al loro professore. Probabilmente non avrebbe creduto ai propri occhi.
In effetti i casi che si sono verificati nell’ultimo periodo fanno pensare che qualcosa sia cambiato nella scuola e nel rapporto studenti-docenti. Docenti che chiedono alle istituzioni di essere difesi dai loro ragazzi e dalle loro famiglie. I sindacati si sono già mossi a riguardo e promettono battaglia e soprattutto sanzioni più severe.
Sicuramente pene adeguate serviranno come monito ai ragazzi e a far capire loro che ad ogni azione segue una conseguenza, ma questo non può non farci riflettere su quanto è accaduto e che probabilmente questi episodi sono lo specchio di un fallimento della nostra società. Quindi non solo la scuola, il cui modello educativo a questo punto sembra in crisi o i docenti che hanno perso credibilità, autorevolezza ma è qualcosa che va aldilà.
Oggi è il professore che ha “osato” mettere un voto basso sul registro, ieri era il barbone a cui è stato dato fuoco o il ragazzo disabile picchiato e insultato solo perché “diverso”.
Forse la colpa non è dei ragazzi come non lo è dei docenti, dei genitori. Forse è di tutti, non siamo stati in grado di trasmettere loro determinati valori, siamo stati poco convincenti.
Un tempo la scuola, il maestro erano per alcuni ragazzi il luogo sicuro dove lasciare fuori le proprie angosce, l’unica àncora di salvezza. La speranza è che presto la scuola ritorni ad avere il ruolo che merita, il luogo dove si impara la vita.
Chissà se oggi l’autore dei racconti che hanno accompagnato la nostra infanzia e fatto commuovere avrebbe ancora scritto il suo libro: ”Cuore”.
Carmine Schiavo