Pamela Cito – Napoliflash24 – Giornale di informazione su Napoli e Campania https://www.napoliflash24.it Napoliflash24: notizie di cronoca, attualità, politica, news, eventi, spettacoli, sport, calcio, cucina e lavoro. Segui il giornale della città di Napoli. Fri, 07 May 2021 02:03:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.2 Presentate le aperture speciali nelle Giornate FAI di Primavera: aperte le iscrizioni https://www.napoliflash24.it/presentate-le-aperture-speciali-nelle-giornate-fai-di-primavera-aperte-le-iscrizioni/ https://www.napoliflash24.it/presentate-le-aperture-speciali-nelle-giornate-fai-di-primavera-aperte-le-iscrizioni/#respond Fri, 07 May 2021 11:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=195288 I sentieri letterari di Nisida, la Passeggiata Misenate di Bacoli, Villa Campolieto a Ercolano, la Grotta di Seiano e il Parco archeologico del Pausilypon sono tra i seicento luoghi aperti, sabato 15 e domenica 16, dalle delegazioni del Fondo per l’Ambiente Italiano in trecento città italiane, dove si punta ad accogliere fino a duecentoventimila visitatori, […]

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I sentieri letterari di Nisida, la Passeggiata Misenate di Bacoli, Villa Campolieto a Ercolano, la Grotta di Seiano e il Parco archeologico del Pausilypon sono tra i seicento luoghi aperti, sabato 15 e domenica 16, dalle delegazioni del Fondo per l’Ambiente Italiano in trecento città italiane, dove si punta ad accogliere fino a duecentoventimila visitatori, circa un terzo rispetto a quelli di un passato non segnato dalla pandemia.

La XXIX edizione, presentata in una videoconferenza sia a livello regionale che nazionale, si preannuncia come una delle più grandi sfide del nostro Paese, chiamato a fare dei frutti della vocazione culturale il proprio veicolo di ripresa. A Napoli, nella sola giornata di domenica, sarà possibile percorrere il Parco letterario di Nisida, l’isolotto di origine vulcanica che ospita il carcere minorile e una base militare. Restando nella Piana di Coroglio, sia nella giornata di sabato che in quella di domenica, si potrà prenotare anche una visita al Parco Archeologico del Pausilypon, al quale si accede tramite la grotta di Seiano, derivante da uno scavo fatto nel banco tufaceo della collina di Posillipo nel 37 a.C. Da qui, si giunge a una villa eretta nel I secolo a.C. da Publio Vedio Pollione, cavaliere romano. I giovani del Gruppo Fai napoletano preannunciano una visita spettacolare del “luogo che fa cessare gli affanni”, “Paulypon” per dirla alla maniera di Pollione. Nel quartiere di Montecalvario si aprono le porte del complesso monastico di San Nicola da Tolentino, costruito nel 1619 da Giovan Giacomo di Conforto. Sia sabato che domenica sarà possibile visitare la chiesa con la sua sacrestia, ricca di lapidi votive, una parte del monastero e il giardino dove ci sono steli di pietra che raffigurano le stazioni della via Crucis. Spostandosi a Ercolano, si potrà prenotare la visita a una delle centoventidue dimore erette lungo il Miglio d’oro: Villa Campolieto, appartenuta al principe Luzio Di Sangro, cugino di Raimondo di Sangro, nobile mecenate della Cappella Sansevero. L’equilibrio tra uomo e natura è al centro dell’architettura dell’edificio, frutto dell’estro creativo di Mario Gioffredo e dei Vanvitelli. Se al suo interno si potranno ammirare i dipinti sulle dodici fatiche di Ercole, oltre al famoso scalone monumentale, dalle sue terrazze si godrà di una visuale spettacolare del Golfo di Napoli. D’altronde, tutti i percorsi proposti in questa XXIX edizione delle Giornate Fai di Primavera racchiudono scorci unici sull’incantevole golfo cittadino. A Bacoli il Gruppo Fai di Pozzuoli e dei Campi Flegrei accompagnerà i visitatori nella Passeggiata Misenate, lungo la quale, partendo dal Teatro romano per arrivare alla spiaggia di Miseno, si potrà sostare presso il Sacello degli Augustali, l’antico porto e la Grotta della Dragonara. Il Parco delle Sorgenti Ferrarelle di Riardo sarà uno dei siti aperti a Caserta. Tra gli altri, si segnalano la Cappella della Madonna della Stella e il centro storico di Pietramelara, mentre nell’avellinese si annovera il Complesso monumentale di Palazzo Filangeri a Lapio e Castelvetere sul Calore, il Ponte Leproso nel beneventano, dove saranno aperte le chiese di Santa Clementina e dei Santissimi Cosma e Damiano, oltre al Parco naturalistico Cellarulo. All’invito a riscoprire la bellezza napoletana, se ne aggiunge un altro espresso durante la conferenza stampa nazionale, trasmessa dal Ministero della Cultura: il senso dell’unità dell’Italia e dell’Europa è uno dei moniti di una pandemia che ha fatto emergere la dipendenza di ciascuno da tutti. Proprio l’Ue, per il quinto anno, affianca il Fai con un sostegno agli interventi di restauro di alcuni dei beni aperti, in un’ottica di tutela della salute del pianeta, dei cittadini e dell’economia. Per salvaguardare il benessere della nostra città e del nostro Paese, mai come oggi l’attenzione va riposta sull’ecologia, sul turismo e sulla cultura dello sviluppo sostenibile. L’ambiente non è più l’aspetto naturale del paesaggio, tanto da essere presentato come una relazione evolutiva tra natura e storia che è stata armoniosa fino alle rivoluzioni industriali, quando la violenta intromissione delle macchine ha rotto gli equilibri, arrivando a minacciare la vita stessa dell’uomo. In quest’ottica si riscontra un’affinità di obiettivi tra il Fai e il Ministero della Cultura, chiamato a una comunione di forze col Ministero della Transizione ecologica, per adempiere agli obiettivi che, un tempo, erano propri del Ministero dell’Ambiente. A riprova di ciò, nel Salone del Ministro della Cultura, dove si è tenuta la presentazione nazionale dell’evento, le Giornate Fai di primavera hanno ricevuto la targa del Presidente della Repubblica, con l’augurio che il nostro futuro possa essere degno delle migliori stagioni del nostro passato.

Per godere della bellezza recuperata e proposta dal Fai, bisogna fare una prenotazione online. Il ringraziamento concreto ai volontari, che condurranno alla scoperta di alcuni dei più incantevoli luoghi-emblema della cultura italiana, può essere espresso con un contributo minimo di tre euro all’atto della prenotazione, oppure con un sms solidale di due euro che può essere inviato dal 6 al 23 maggio al numero 45586, o ancora con l’iscrizione annuale all’ente.

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Presentato il libro “Le Ferite”. Il ricavato a Medici Senza Frontiere https://www.napoliflash24.it/presentato-il-libro-le-ferite-il-ricavato-delle-vendite-a-medici-senza-frontiere/ https://www.napoliflash24.it/presentato-il-libro-le-ferite-il-ricavato-delle-vendite-a-medici-senza-frontiere/#respond Sun, 25 Apr 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=194566 E’ stata presentata presso la libreria Io ci sto un’antologia di racconti, intitolata Le Ferite, firmata da grandi scrittori unitisi per raccogliere fondi a favore di Medici Senza Frontiere, l’organizzazione umanitaria fondata nel 1971 a Parigi con lo scopo di portare soccorso sanitario nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è […]

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E’ stata presentata presso la libreria Io ci sto un’antologia di racconti, intitolata Le Ferite, firmata da grandi scrittori unitisi per raccogliere fondi a favore di Medici Senza Frontiere, l’organizzazione umanitaria fondata nel 1971 a Parigi con lo scopo di portare soccorso sanitario nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è ancora garantito.

Le ragioni del libro sono spiegate da Claudia Lodesani, presidente di MSF: “Questo bellissimo progetto di Einaudi e i racconti degli scrittori e delle scrittrici aiuteranno il pubblico a riflettere sul dolore e sul bisogno di portare aiuto, anche quando è lontano e non si vede“. In un mondo in cui si fa un uso improprio del linguaggio, che anziché semplificare la realtà, per renderla più comprensibile, la banalizza, alcune ferite si curano con la letteratura. Ecco spiegato il senso delle quattordici storie che sono presentate come altrettanti modi di curare. Tra queste, per esempio, c’è quella di chi racconta il dolore causato dal razzismo attraverso il rifiuto dell’altro, quella di chi si interroga sui limiti della propria empatia quando è messa dinanzi al male provato da altri, e quella di chi indaga le dinamiche della violenza domestica. Per trarre beneficio dalla lettura dei testi, bisogna partire dalla consapevolezza che viviamo ancora in un periodo transitorio caratterizzato da reclusioni casalinghe in città deserte, nelle quali è usuale provare un senso di smarrimento. E’ normale sentirsi feriti da tutto ciò. Lo è molto meno se, di fronte alle immagini brutali che sono pubblicate sui giornali oppure sono trasmesse sui social o in televisione, si resta indifferenti. Se non si prova compassione, bisognerebbe cogliere l’invito degli scrittori a soffermarsi su quella costruzione culturale e collettiva che è la sofferenza. Per lo scrittore Diego De Silva, tra gli autori assieme a Melania Mazzucco e Sandro Veronesi, sono per citarne alcuni, si tratta di una vera e propria idea politica che chiama in causa il senso di responsabilità di una comunità civile, a partire da quella di ciascun membro. Se oggi, di fronte a immagini come quella dei corpi gonfi dei migranti che galleggiano sulle acque del Mediterraneo, se ne avverte poca, allora bisogna interrogarsi sulla propria capacità di restituire dignità e umanità alla sofferenza. Bisogna capire se la durezza del proprio cuore è frutto di cicatrici che lo hanno sclerotizzato oppure se è espressione di un tempo in cui non ci si interroga sulle cause della sofferenza, propria e altrui. Un tempo che, per la giornalista Titti Marrone, moderatrice dell’incontro, è fatto di cura e di attesa della guarigione, diritti che oggigiorno sembrano possibili solo per la parte ricca del mondo.

Allora, l’unica vera differenziazione che siamo invitati a fare è quella tra le forze, o meglio le istituzioni, che hanno a cuore il tessuto danneggiato della vita e quelle che a cui poco o nulla importa. Per questo, l’umanità umiliata nel corpo e nell’anima emerge ne Le Ferite, che vuol essere un tributo ai primi cinquant’anni di vita di un’organizzazione che, in oltre ottanta Paesi del mondo, pone le vittime al centro della propria azione.

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Emergenza pedagogica della violenza di genere: al Suor Orsola Benincasa consegnate due borse di studio https://www.napoliflash24.it/emergenza-pedagogica-della-violenza-di-genere-al-suor-orsola-benincasa-consegnate-due-borse-di-studio/ https://www.napoliflash24.it/emergenza-pedagogica-della-violenza-di-genere-al-suor-orsola-benincasa-consegnate-due-borse-di-studio/#respond Fri, 16 Apr 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=194205 A quasi quattro anni dalla morte di Alessandra Madonna, la ventiquattrenne di Melito che sognava di diventare un’assistente sociale, l’Università Suor Orsola Benincasa ha organizzato una cerimonia di consegna delle borse di studio istituite in sua memoria. All’iniziativa sono intervenuti alcuni esponenti della società civile che si adoperano per contrastare la violenza, soprattutto quella di […]

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A quasi quattro anni dalla morte di Alessandra Madonna, la ventiquattrenne di Melito che sognava di diventare un’assistente sociale, l’Università Suor Orsola Benincasa ha organizzato una cerimonia di consegna delle borse di studio istituite in sua memoria.

All’iniziativa sono intervenuti alcuni esponenti della società civile che si adoperano per contrastare la violenza, soprattutto quella di genere, attraverso la formazione, a cominciare dai due universitari che concluderanno il proprio percorso accademico grazie alle borse di studio dedicate ad Alessandra. Si tratta di Emmanuele Palumbo, educatore professionale per minori presso il Centro “Regina Pacis” di Napoli e di Sara Staiano, operatrice sociale specializzata nel servizio di assistenza domiciliare ai minori nella Cooperativa Prisma di Meta. Di violenza, intesa come fenomeno trasversale, si è riflettuto durante l’iniziativa intitolata “L’emergenza pedagogica della violenza di genere” e tenutasi ieri pomeriggio nella Biblioteca Pagliara dell’ateneo. L’accento, più che sulla normativa, è stato posto sul rinnovamento socio-culturale che passa dalla consapevolezza di chi siamo. Si è preso atto del fatto che la responsabilità del fenomeno del femminicidio non è solo di chi commette l’azione violenta ma anche della comunità che non ha generato buone prassi volte a ostacolare i tentativi, verbali e fisici, che, col tempo, trasformano un aggressore in un omicida. Se oggigiorno si parla di “emergenza” è perché le istituzioni non hanno saputo fronteggiare, a livello normativo e non solo, il fenomeno. Il fattore educativo è indicato come il primo rimedio davvero utile a fronteggiare l’allarme derivante da quella che viene definita come una “patologia sociale”. E’ stato sottolineato che, nei primi tre mesi del 2021, si contano già tredici casi di femminicidio, di cui l’ultimo è avvenuto proprio a Napoli, ai danni di Ornella Pinto, docente di sostegno e madre di un bimbo, reso orfano dal suo stesso padre. Negli interventi è stato rilanciato un dato: il 31,5% delle donne, nel corso della propria vita, ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. A fornire la percentuale è l’Istat, secondo il quale, dal 1991 al 2019, sono aumentate le morti violente in ambito familiare. Quasi sempre a perdere la vita sono donne. Nel 98,3% dei casi, i condannati per omicidi commessi all’interno di dinamiche relazionali o amorose sono uomini. Nel 2019, su cento casi di donne ammazzate, i femminicidi sono stati novantuno. Di fronte a questi dati, la messa in sicurezza delle vittime di abusi e dei loro figli, l’assunzione di responsabilità e la decostruzione del modello patriarcale e maschilista sono importanti prassi che, da sole, non possono bastare a salvare vite. Se alla politica, tanto silente da sembrare disattenta e inerme, gli esperti, in attuazione dei piani di prevenzione, chiedono decisioni immediate a sostegno delle vittime, dalla magistratura si aspettano misure detentive unite a interventi rieducativi, per cercare di evitare che gli assassini, usciti dal carcere, possano tornare a commettere atti violenti. Secondo i dati forniti da Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania, nelle carceri campane 702 detenuti su 6400 sono stati condannati per maltrattamenti e reati sessuali. Ben cinquemila ragazzi, dai dodici ai diciotto anni, nel solo 2019 sono stati fermati per risse e reati simili, compiuti in una città come Napoli, che conta un milione di abitanti, centosettantottomila dei quali sono minorenni.

Oltre che per onorare la memoria della vittima attraverso gesti dalle ricadute concrete come l’intitolazione delle borse di studio, l’iniziativa dell’Unisob nasce anche per stimolare una coscienza critica in chi non fa niente per contrastare l’emulazione delle violenze di genere e non solo.

 

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Pasqua e Pasquetta, il significato religioso di queste festività https://www.napoliflash24.it/pasqua-e-pasquetta-il-senso-religioso-di-queste-festivita/ https://www.napoliflash24.it/pasqua-e-pasquetta-il-senso-religioso-di-queste-festivita/#respond Mon, 05 Apr 2021 11:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=193481 La Pasquetta, chiaro diminutivo della festività appena trascorsa, è una festa civile che prolunga quella religiosa. E’ il giorno che segue il Triduo pasquale, il ciclo di preghiere iniziato il Giovedì Santo con l’Ultima Cena nella quale Cristo istituisce l’Eucarestia come Sua presenza perenne nel mondo, e culminato nei vespri della Domenica di Resurrezione. Sul […]

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La Pasquetta, chiaro diminutivo della festività appena trascorsa, è una festa civile che prolunga quella religiosa. E’ il giorno che segue il Triduo pasquale, il ciclo di preghiere iniziato il Giovedì Santo con l’Ultima Cena nella quale Cristo istituisce l’Eucarestia come Sua presenza perenne nel mondo, e culminato nei vespri della Domenica di Resurrezione.

Sul calendario civile si trova scritto “Lunedì dell’Angelo” perchè è la festività che commemora l’incontro tra l’angelo e Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salomè. Le donne vanno al sepolcro con degli oli aromatici per imbalsamare il corpo di Cristo. Dopo che un uomo vestito di bianco annuncia loro la resurrezione di Gesù e le invita a darne notizia ai discepoli, nel Vangelo di oggi le tre donne corrono fuori dal sepolcro. L’annuncio della Resurrezione e l’invito all’Apostolato, stando ai testi sacri, avvengono “nel giorno dopo Pasqua”, intendendo la festività ebraica, che cade di sabato. Quindi, l’incontro tra le discepole e l’Angelo sarebbe avvenuto di domenica. Nonostante ciò e nonostante nel calendario religioso la giornata di oggi sia chiamata Lunedì dell’Ottava di Pasqua e non siano previsti precetti, si è deciso di allungare alla giornata del lunedì le celebrazioni della domenica pasquale, che, come ricordato nell’omelia risuonata ieri nella Cattedrale di Napoli, è un messaggio di speranza e un invito ad abbandonare le false certezze. Questo vuol dire che bisogna accettare i rischi e le fatiche, che la vita comporta: “Pasqua è festa di autentica liberazione, che non è disimpegno o resa“, ma è la fiducia nel fatto che “di fronte a chi decide di amare non c’è tomba che tenga, né macigno che non rotoli via“. Così, la figura della Maddalena non solo è rivista nell’umanità che attende di uscire dalla lunga notte dell’emergenza sanitaria, che sta trasformando, giorno dopo giorno, le vite di ciascuno, nessuno escluso. Ma è anche riletta in chiave di fiducia mai tradita: “Credere nella resurrezione è sapere che il nostro amare non è inutile, il dolore è fecondo, la notte è benedetta“. Da qui, l’invito ai fedeli affinchè si torni a vivere “come chi corre nel mattino di Pasqua“, come le tre donne che escono dal sepolcro con spirito nuovo, tutte e tre con gioia eppure ognuna con il proprio passo e con i propri timori.

Nel Vangelo di oggi, c’è scritto che Gesù aspetta i discepoli, che si faranno apostoli, in Galilea, cioè nei luoghi dove è stato visto e riconosciuto. Per i biblisti, questo passaggio sta a significare che Gesù chiede alle donne di annunciare ai “fratelli” di cercarLo nei luoghi e nei segni della vita, cioè nelle proprie esperienze di vita, anziché in quelle di morte, fermo restando che ciascuno è testimone delle une e delle altre lungo il proprio cammino.

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Sabato Santo, dalla Via Crucis alla Veglia pasquale https://www.napoliflash24.it/sabato-santo-dalla-via-crucis-alla-veglia-pasquale/ https://www.napoliflash24.it/sabato-santo-dalla-via-crucis-alla-veglia-pasquale/#respond Sat, 03 Apr 2021 13:59:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=193370 Nella seconda Pasqua segnata dalle disposizioni anti-Covid 19, il Sabato Santo, tempo d’attesa dedicato alla meditazione sulla Passione e sulla Morte del Cristo, è segnato da un silenzio diffuso acuito dall’assenza delle celebrazioni liturgiche e, con esse, del sacramento della Comunione, possibile solo per i malati gravi. Il dolore, la fatica e le cadute che […]

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Nella seconda Pasqua segnata dalle disposizioni anti-Covid 19, il Sabato Santo, tempo d’attesa dedicato alla meditazione sulla Passione e sulla Morte del Cristo, è segnato da un silenzio diffuso acuito dall’assenza delle celebrazioni liturgiche e, con esse, del sacramento della Comunione, possibile solo per i malati gravi.

Il dolore, la fatica e le cadute che ciascuno di noi affronta, giorno dopo giorno, nell’arco della propria vita, sono emerse, stazione dopo stazione, nella Via Crucis meditata ieri sera nella Cattedrale di Napoli e nelle chiese dell’intera diocesi. Se il disagio di un momento, a distanza di un anno, è diventato una croce alla quale l’umanità intera è stata inchiodata, la testimonianza del Cristo che ha scelto di farsi inchiodare alla Croce parla con voce nuova alle coscienze individuali. Nell’anno in cui il virus, in tutte le sue varianti, continua a falciare vite, emerge chiaro il monito a spendere la propria esistenza nella donazione di sè come fonte di felicità condivisa e duratura. Disoccupati, malati, anziani, migranti emergono dai testi delle meditazioni, affidate dall’arcivescovo ai membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, presenti nella diocesi. “Questa pandemia non soltanto ha ridotto alla miseria tante famiglie, perchè molti hanno perso il proprio lavoro o sono costretti a vivere con un minimo di cassa integrazione, ma si è accanita contro quelle famiglie già povere, con redditi da fame o senza reddito, che già non ce la facevano ad andare avanti con le proprie forze“, si legge in uno dei passaggi che hanno segnato la preghiera del Venerdì Santo, incentrato sullo scandalo della crocefissione. Quest’anno, più che in altri tridui pasquali, la morte assume le forme della paura dell’annuncio della positività al Covid-19, della sofferenza della malattia, del lutto per il decesso di una persona cara, della solitudine per la fine di un amore o di un’amicizia, dello scoraggiamento per un tradimento, del disorientamento per la perdita del lavoro, dell’angoscia per l’incapacità di trovarne un altro. Se, come diceva Totò, la morte è una livella, perchè ci rende tutti uguali, il rischio del contagio ci fa riscoprire più fragili e interconnessi di quanti immaginavamo, rendendo a noi più visibile il volto del Cristo sofferente che emerge dallo sguardo di coloro che incontriamo e di noi stessi, quando abbiamo il tempo e il modo di fissarci allo specchio. Eppure, nonostante all’orizzonte si profili con maggior nitidezza un cammino reso oscuro dal dolore inflitto e dall’altrui disprezzo, già nelle ore più buie della notte si fanno strada piccole azioni di compassione e solidarietà, che riaccendono le speranze. Allora, la preghiera è a sapersi fare “vera”-“icona”, “vera”-“immagine” di Cristo, come seppe fare la Veronica, la donna che, aprendosi un piccolo varco tra la folla, che guardava e derideva il Cristo in Croce, uscì da una zona di conforto, fatta anche di indifferenza e paura. Come lei, siamo chiamati a portare sollievo e speranza a coloro che, oramai, camminano a fatica, dopo essere caduti sotto il peso di qualcosa che, la pandemia, ha reso insopportabile, forse inaccettabile.

In attesa della veglia pasquale di questa notte, che conduce al mistero della Resurrezione, lo sguardo continua a essere rivolto a un uomo che ha accettato la discesa agli inferi per testimoniare che la vittoria della vita sulla morte è possibile per tutti. Dalle 16.30 attraverso Tv2000 e i social, si potrà meditare davanti all’icona del Sabato Santo, la Sacra Sindone, il lenzuolo che, secondo la tradizione, ha avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro.


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Settimana Santa: Ultima Cena al Monaldi tra malati e operatori sanitari, Via Crucis nel Duomo https://www.napoliflash24.it/settimana-santa-ultima-cena-al-monaldi-tra-malati-e-operatori-sanitari-via-crucis-nel-duomo/ https://www.napoliflash24.it/settimana-santa-ultima-cena-al-monaldi-tra-malati-e-operatori-sanitari-via-crucis-nel-duomo/#respond Fri, 02 Apr 2021 08:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=193223 La messa in Coena Domini, nel secondo Giovedì Santo ai tempi del Covid-19, è stata officiata presso la cappella dell’Ospedale Monaldi, dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia che, in una delle tante strutture ospedaliere che fronteggiano la pandemia, ha celebrato i riti liturgici con cui inizia il Triduo pasquale, il periodo di tre giorni durante il quale […]

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La messa in Coena Domini, nel secondo Giovedì Santo ai tempi del Covid-19, è stata officiata presso la cappella dell’Ospedale Monaldi, dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia che, in una delle tante strutture ospedaliere che fronteggiano la pandemia, ha celebrato i riti liturgici con cui inizia il Triduo pasquale, il periodo di tre giorni durante il quale si commemora la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo.

L’arcivescovo si è rivolto agli operatori sanitari, ringraziandoli per l’esempio che hanno dato e che continueranno a dare a coloro che, lontani dai luoghi di cura, si lasciano piegare dalle difficoltà quotidiane. Dopo aver detto che medici e infermieri hanno restituito a tutti il senso dell’umanità attraverso il servizio reso ai malati, ha domandato loro di continuare a testimoniare, con gratitudine e coraggio, “la passione infinita per la vita attraverso la forza resistente“, cioè il non lasciarsi piegare dalla pandemia, dalla sofferenza e dalla stanchezza. Lo stesso ha chiesto agli ammalati, ricordando che ogni vita ha sempre valore, dignità e senso, nonostante la malattia. L’importanza dell’accogliere e del sentirsi accolti è al centro della richiesta rivolta a chi cerca di alleviare il dolore e a chi lo soffre, sottolineando che l’accoglienza è possibile anche se si è nel mezzo di un’epidemia che rende impensabili gesti d’affetto come l’abbraccio o la carezza. “Lo sguardo è la prima forma di cura: gli occhi arrivano prima delle mani, sono le finestre del cuore“, ha detto l’arcivescovo, rivolgendo a medici e infermieri la preghiera di sostare accanto alla santità delle lacrime e delle croci che incontrano nelle corsie dell’ospedale. Proprio questi atti, che danno forza, sono presi ad esempio per spiegare come si possa seguire, quotidianamente, l’insegnamento lasciato da Gesù nell’Ultima Cena con la lavanda dei piedi, rievocata nella lettura del tredicesimo capitolo del Vangelo di Giovanni. “L’essenza dell’eucarestia è nel servire, nel lavare i piedi. E’ bello sapere che, a partire dalla stanchezza e dalla fatica, c’è un Dio che si china su di te per lavare i tuoi piedi con acqua fresca, perchè i tuoi piedi, cioè la tua vita, possano sentire sollievo: è il senso dell’amore, il senso della cura“. La preghiera finale è rivolta a chi, anche da volontario, si accosta al capezzale di chi soffre, nel quale incontra Gesù, perchè abbia la forza di riconoscerLo anche nel momento del proprio dolore personale, dato che “Dio è nelle nostre lacrime per moltiplicare il nostro coraggio“.

L’assemblea si è sciolta nel silenzio che accompagna i credenti nel Venerdì Santo, l’unico giorno dell’anno liturgico in cui non si celebra l’Eucarestia, in commemorazione della Passione e della Morte di Gesù attraverso la Via Crucis, che, quest’anno, si tiene dentro alla Cattedrale di Napoli.

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Settimana Santa, l’arcivescovo celebra la messa nella fabbrica Whirlpool: “Qui Cristo continua a essere crocifisso” https://www.napoliflash24.it/settimana-santa-larcivescovo-celebra-la-messa-nella-fabbrica-whirlpool-qui-cristo-continua-a-essere-crocifisso/ https://www.napoliflash24.it/settimana-santa-larcivescovo-celebra-la-messa-nella-fabbrica-whirlpool-qui-cristo-continua-a-essere-crocifisso/#respond Mon, 29 Mar 2021 18:59:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=192952 Una divisa, simbolo di sacrificio e di dedizione, un paio di scarpe, emblema di un cammino fatto di riconoscimenti aziendali da un lato e di proteste in difesa della propria occupazione dall’altro, e uno striscione, strumento usato nelle manifestazioni di protesta, sono i doni presentati da alcuni ex dipendenti della Whirlpool durante l’offertorio della messa […]

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Una divisa, simbolo di sacrificio e di dedizione, un paio di scarpe, emblema di un cammino fatto di riconoscimenti aziendali da un lato e di proteste in difesa della propria occupazione dall’altro, e uno striscione, strumento usato nelle manifestazioni di protesta, sono i doni presentati da alcuni ex dipendenti della Whirlpool durante l’offertorio della messa celebrata, questo pomeriggio, da monsignor Mimmo Battaglia nella fabbrica di via Argine.

Sono qui per sostare accanto alla santità delle vostre lacrime e alle infinite croci di oggi. Qui, Cristo continua a essere crocifisso. Qui, nella vostra storia, nella vostra carne, nella vostra vita si perpetua ancora la Passione del Signore“, ha spiegato l’arcivescovo, che ha voluto iniziare la Settimana Santa nello stabilimento chiuso dallo scorso primo novembre, per portare la propria presenza laddove serpeggia il timore di essere abbandonati dalle istituzioni, la condivisione della fatica e delle ansie, la speranza in un futuro certo e sereno. Al centro dell’omelia, meditata sulla lettura di un brano del Vangelo di Giovanni, c’è il gesto concreto di Maria, che accarezza e unge i piedi di Gesù, preso ad esempio per chiedere azioni concrete: “Non serve a nulla avere le mani pulite se sono tenute in tasca: questa Chiesa vuole sporcarsi le mani assieme a tutti voi, lavoratori e lavoratrici dal futuro incerto, e assieme alle istituzioni, che sono chiamate alla tutela della vita e della dignità di ogni cittadino. Solo insieme possiamo fare la differenza e possiamo essere differenti“. Oltre a parole di conforto, nella preghiera di monsignor Battaglia, c’è lo spirito di mediazione come strumento per salvare la vita dei lavoratori o, in alternativa, garantire loro una nuova attività produttiva. Si rivolge direttamente alle istituzioni per chiedere che una parte degli aiuti europei del Recovery Fund sia destinata a creare nuovi percorsi lavorativi. “Coraggio, si continua a lottare con le mani levate al cielo, non in segno di resa, ma in segno di resistenza“, ha detto al termine dell’omelia, incentrata sul grido di dolore di chi ha perso l’occupazione per logiche di profitto, a cominciare da quello delle trecentoquaranta famiglie degli ex dipendenti della Whirlpool e dei seicentocinquanta addetti dell’indotto. La guida spirituale della Chiesa partenopea sottolinea che privare queste persone di un reddito equivale a privarle della dignità e della giustizia, perché le alternative occupazionali mancano in un territorio in cui risuona, ancora, il rumore delle armi e degli esplosivi. L’invito a resistere è stato accolto dagli operai, che hanno ribadito il proprio impegno in difesa del lavoro, definito dall’arcivescovo “prima vocazione dell’uomo” e “seconda parola più usata nella Costituzione“. Risale a poco più di un mese fa, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l’ultima manifestazione con la quale i lavoratori hanno chiesto al nuovo governo, il terzo dall’inizio della propria vertenza, attenzione e risultati concreti. “Se le leggi dell’economia sono contrarie a quelle della vita, non c’è altra via che mettersi insieme per cambiarle alla radice: un’economia contraria alla vita è inaccettabile, quanto una politica che la promuove, la alimenta e la svincola da ogni responsabilità“, ha ribadito don Mimmo Battaglia prima di accogliere le offerte presentate all’altare da alcuni ex dipendenti della multinazionale.

Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato anche alcuni ex dipendenti di Giraservice, azienda che distribuisce i biglietti dei mezzi pubblici campani. Al termine della messa, sono stati lanciati in cielo dei palloncini a cui era legata una copia della preghiera consegnata all’arcivescovo su una pergamena. In essa, si chiede la forza di lottare agendo sempre secondo giustizia, per recuperare la dignità, di cui ci si sente privati al momento della perdita del lavoro.

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Nuovi fondi ai Comuni contro degrado e povertà https://www.napoliflash24.it/nuovi-fondi-ai-comuni-contro-degrado-e-poverta/ https://www.napoliflash24.it/nuovi-fondi-ai-comuni-contro-degrado-e-poverta/#respond Thu, 25 Mar 2021 17:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=192331 Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 21 gennaio sull’assegnazione ai comuni dei contributi per gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, sono stati definiti i parametri che permettono interventi mirati. Questi fondi sono pensati per combattere la marginalità e il degrado sociale, due fenomeni causati […]

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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 21 gennaio sull’assegnazione ai comuni dei contributi per gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, sono stati definiti i parametri che permettono interventi mirati.

Questi fondi sono pensati per combattere la marginalità e il degrado sociale, due fenomeni causati dalla vulnerabilità che affligge le comunità moderne, soprattutto nei territori dove c’è un’alta densità abitativa. In altre parole, i Comuni sono chiamati a intervenire attraverso la mobilità sostenibile, gli interventi di ristrutturazione edilizia degli immobili pubblici, la demolizione delle opere abusive, la manutenzione e il riuso di aree e di edifici pubblici, così da provare a combattere delle povertà che rischiano di cronicizzarsi. Alcuni dei fenomeni da cui emerge il legame tra questioni ambientali e povertà sono gli andamenti simili con cui peggiorano o migliorano alcuni dati, relativi ai redditi bassi, al tasso di disuguaglianza, ai saldi migratori, all’abbandono scolastico. Laddove le questioni ambientali non si risolvono, le conseguenze maggiori ricadono sui cittadini che sono privi, del tutto o in parte, delle possibilità monetarie o di un bagaglio culturale per difendersi. I luoghi in cui tali questioni sfociano in veri reati sono gli stessi nelle cui comunità si assiste a fratture sociali. La Campania è la regione più fragile d’Italia, stando al rapporto “Territori civili“, pubblicato lo scorso novembre e promosso da Caritas e Legambiente, per indagare da un lato il legame tra degrado e povertà, e dall’altro l’utilità che possono avere le buone prassi di un’economia di comunità. Per ridurre le diseguaglianze e rendere i luoghi comuni più abitabili per tutti, nel rapporto, uscito a cinque anni dalla Laudato sii di Papa Francesco, si chiedono azioni economiche che non distruggano le risorse ambientali. E’ questo il primo passo verso una “economia circolare”, che, ponendo l’uomo al centro dei fenomeni comunitari, ambientali ed economici, tende alla produzione non tanto del profitto, quanto dei benefici ambientali e sociali. A questi ultimi tendono anche l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e, a livello nazionale, il dpcm di metà marzo. I Comuni hanno tempo fino al 4 giugno per presentare domanda. Al fine di rafforzare il tessuto sociale, lo Stato mette a loro disposizione risorse per 8,5 miliardi di euro. Per le comunità locali dai 15 mila ai 50 mila abitanti sono disponibili fino a 5 milioni di euro; il doppio è riservato ai centri abitati che hanno dai 50 mila ai 100 mila abitanti; alle città capoluoghi di provincia o sede di città metropolitana sono stati stanziati fondi per 20 milioni di euro.

Salvo successivi decreti che vadano a modificare quello pubblicato a metà marzo, da quest’anno e fino al 2034, triennio dopo triennio, i finanziamenti dovranno permettere una rivoluzione verde che abbia un impatto positivo sulla vita delle comunità, rendendo le città più accoglienti e vivibili.

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Fiume Sarno, il disinquinamento passa da una barriera antirifiuti da 4 milioni di euro https://www.napoliflash24.it/fiume-sarno-il-disinquinamento-passa-da-una-barriera-antirifiuti-da-4-milioni-di-euro/ https://www.napoliflash24.it/fiume-sarno-il-disinquinamento-passa-da-una-barriera-antirifiuti-da-4-milioni-di-euro/#respond Fri, 19 Mar 2021 10:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=192322 La Giunta della Regione Campania ha stanziato oltre quattro milioni di euro per realizzare un sistema di barriere teso a bloccare i rifiuti solidi che fluttuano nelle acque del fiume Sarno, costantemente annoverato tra i corsi d’acqua più inquinati d’Italia. Nell’ormai lontano 1995, nel suo bacino idrogeografico fu dichiarato lo stato di emergenza per la […]

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La Giunta della Regione Campania ha stanziato oltre quattro milioni di euro per realizzare un sistema di barriere teso a bloccare i rifiuti solidi che fluttuano nelle acque del fiume Sarno, costantemente annoverato tra i corsi d’acqua più inquinati d’Italia.

Nell’ormai lontano 1995, nel suo bacino idrogeografico fu dichiarato lo stato di emergenza per la situazione socio-economica che era derivata da quella ambientale, dovuta allo scarico di rifiuti solidi da parte delle industrie locali e dall’incuria di comuni cittadini. Questo, dopo che, nel 1992, era stato già raggiunto un momento di grande inquinamento e le sue acque erano state dichiarate a rischio elevato. Ora, si stanzia una cifra che, a conti fatti, dovrebbe coprire, almeno per due anni, anche la gestione e lo smaltimento dei rifiuti di un corso d’acqua che attraversa ben tre province campane, quelle di Salerno, Avellino e Napoli, e trentanove comuni, tra i quali spiccano l’omonima città di Sarno e i comuni di San Marzano, Pompei e Scafati. Secondo Gennaro Saiello e Teresa Manzo, rispettivamente consigliere regionale e deputata del Movimento Cinque Stelle, “le acque che bagnano il litorale di Oplonti e Stabia potranno tornare a essere realmente balneabili”. Buone notizie ci sarebbero pure per le comunità di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, notoriamente inquinate dalla spazzatura e dai veleni riversati sulle loro terre proprio dal Sarno. Per i restanti centri abitati del suo bacino idrogeografico, i due politici chiedono una rete di collettamento agli impianti di depurazione, così da evitare che i reflui di cascuna comunità finiscano nei ventiquattro chilometri del fiume, peggiorandone l’inquinamento, che causa anche dissesto idrogeologico.

Sono questi i nuovi tasselli di un mosaico fatto di interventi iniziati nel 1973 con un progetto speciale di risanamento dell’intero Golfo di Napoli, continuati con l’istituzione, nel 2003, di un Parco regionale per la valorizzazione della natura e del patrimonio territoriale. Interventi mai giunti a un completo disinquinamento delle acque di quello che, nel corso dei decenni, è stato indicato spesso come il fiume più inquinato d’Europa.

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OrtoRomi: laboratori didattici per continuare a investire in salute e cibo di qualità https://www.napoliflash24.it/ortoromi-laboratori-didattici-per-continuare-a-investire-in-salute-e-cibo-di-qualita/ https://www.napoliflash24.it/ortoromi-laboratori-didattici-per-continuare-a-investire-in-salute-e-cibo-di-qualita/#respond Fri, 12 Mar 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=191658 Nella settimana delle Giornate FAI per le scuole, la società cooperativa agricola OrtoRomi di Bellizzi lancia un progetto educativo fatto di laboratori rivolti agli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie della Campania. Il fine è quello di far comprendere ai piccoli l’importanza di una sana alimentazione, che passa dalla verdura e […]

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Nella settimana delle Giornate FAI per le scuole, la società cooperativa agricola OrtoRomi di Bellizzi lancia un progetto educativo fatto di laboratori rivolti agli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie della Campania. Il fine è quello di far comprendere ai piccoli l’importanza di una sana alimentazione, che passa dalla verdura e dalla frutta, a cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ha dedicato l’anno appena trascorso. Da una ricerca di Nomisma, condotta poco prima della pandemia in atto, che ha richiamato l’attenzione sull’importanza dell’igiene e della sicurezza sociale, è emerso che il 94% dei consumatori italiani avrebbe comprato ben volentieri prodotti “green”. Quindi, già prima dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, il rispetto della natura era un importante criterio d’acquisto per i consumatori italiani, anche se non vi era la propensione a pagare di più pur di evitare la plastica, usata, tra l’altro, nel packaging. Proprio sulla sostenibilità e sull’educazione ambientale punta il progetto di OrtoRomi, che, nel 2019, ovvero negli stessi mesi della ricerca condotta da Nomisma, in alcuni istituti veneti ha tenuto dei laboratori su una cultura alimentare a prova di sostenibilità. In Campania, quest’anno propone due tipologie di laboratori. Nel primo, ci sono incontri dedicati al consumo dell’insalata e al corretto uso e riciclo della plastica, il tutto nell’ottica della cooperazione, intesa come il tendere tutti a un fine comune che permetta a ciascuno di stare meglio. Nel secondo, si cerca di sviluppare la consapevolezza che gli alunni hanno del cibo attraverso la lettura delle etichette alimentari oppure la scoperta dei principi nutritivi da cercare nel cibo, per comporre piatti equilibrati. Il prodotto commercializzato e l’impegno educativo dimostrato verso le nuove generazioni meritano uno spazio di riflessione, reso possibile dalla disponibilità con cui Martina Boromello, responsabile del marketing e della comunicazione della cooperativa agricola, ha accettato di rispondere alle seguenti domande.

D- Nel ringraziarla dell’intervista rilasciataci, le chiediamo quali insegnamenti avete tratto dall’esperienza maturata nelle scuole venete?

R- Nel corso dell’anno scolastico 2019-2020 abbiamo avuto il piacere di ospitare tredici classi – ricordiamo in soli due mesi, da fine novembre 2019 a inizio febbraio 2020 -, per un totale di duecentocinquantaquattro bambini. Purtroppo l’esperienza si è dovuta concludere a febbraio a causa lockdown, ma avevamo più di sessanta prenotazioni fino a giugno. Abbiamo riscontrato che le insegnanti hanno accolto con gran interesse le tematiche relative alla sana alimentazione, perché molto spesso sono temi che non sono trattati nei programmi scolastici…ma hanno una primaria importanza nella nostra vita. Il cibo è la benzina del nostro corpo, come spieghiamo sempre ai bambini: porre attenzione su di esso è vitale e funzionale al benessere e all’apprendimento di qualsiasi altro concetto. E l’educazione, sia ben chiaro, deve partire dai genitori: basta guardare le merende che i bambini si portano da casa. Con questi laboratori vogliamo far capire ai bambini l’importanza della frutta e della verdura, del cibo sano ed equilibrato, della consapevolezza che la lettura di un’etichetta può essere anche a portata di un bambino. Nel laboratorio “caccia allo zucchero”, ad esempio, insegniamo loro a leggere quanti zuccheri contiene un succo di frutta industriale o una merendina, o ancora, che gli ingredienti sono scritti in ordine decrescente.

D- Visto che proponete dei laboratori, è lecito aspettarsi qualche esperimento, che, dato il tema, potrebbe tradursi nella possibilità di provare del buon cibo: accadrà anche questo? Cos’altro c’è da aspettarsi dalle vostre proposte didattiche?

R- Certamente, uno dei laboratori vede proprio i bambini protagonisti nella creazione del loro piatto unico. Ma, più che laboratori, sono delle vere e proprie esperienze didattiche complete: ad esempio, nel laboratorio “Mini Chef”, dopo l’accoglienza e una breve visita all’azienda, i ragazzi vengono portati in aula didattica. Qui, con il supporto delle lavagne magnetiche, spieghiamo i concetti dei macro gruppi di nutrienti e di bilanciamento del piatto: proteine, vitamine, carboidrati, grassi. Presentiamo poi i vari ingredienti freschi allestiti su un tavolo imbandito: insalate, formaggi, pomodori, mais, mozzarelle, quinoa, noci… tutti ingredienti gustosi suddivisi nei vari gruppi e indicati con dei cartellini. I ragazzi vengono, quindi, invitati a comporre fisicamente la loro insalata mista, che dovrà essere bilanciata, bella da vedersi e buona… dato che sono, poi, anche invitati a mangiarla! Su un apposito libretto, annotano gli ingredienti che hanno scelto e disegnano il piatto da loro creato.

D- Descrivete i laboratori come un viaggio ludico fatto in compagnia di Tina e Dino, due mascotte del progetto: come cattureranno l’attenzione dei piccoli alunni che seguiranno a distanza?

R- Dino e Tina sono stati studiati proprio per rendere empatica l’esperienza: hanno otto e nove anni, come i bambini che seguono i laboratori, e i loro genitori lavorano nelle serre e nello stabilimento di produzione di OrtoRomi. Anche nel progetto digitale, Dino e Tina sono presenti in ogni laboratorio: parlano direttamente loro ai bambini, stabilendo un simpatico dialogo “alla pari” che porta all’immedesimazione e al confronto tra bambini. Il loro linguaggio è semplice ed educato, e il loro tono permette di entrare in perfetta sintonia con la curiosità dei nostri bambini.

D- Leggo che l’azienda, nata nel 1996 in Veneto, è diventata una cooperativa nel 2006 e, poi, si è rafforzata grazie all’adesione di un socio che ha permesso la costruzione dello stabilimento salernitano di Bellizzi: tutto ciò come ha influito sulla vostra offerta? E’ cambiato qualcosa dall’inizio della pandemia?

R- L’implementazione nella compagine societaria di Giuseppe Senese con la sua azienda agricola ha ovviamente contribuito a trasformare OrtoRomi da azienda veneta ad azienda nazionale, presente in modo capillare su tutto il territorio italiano. Grazie al clima e al suolo della fertile Piana del Sele, particolarmente favorevoli e vocati alle colture commercializzate da OrtoRomi, possiamo garantire un approvvigionamento di materie prime costante e controllato 365 giorni all’anno. Vien da sé che la pandemia ha influito sulle abitudini di consumo, e quindi anche su tutti i segmenti coperti da OrtoRomi. Abbiamo visto alcuni segmenti soffrire particolarmente. Penso, per esempio, a quello delle ciotole pronte all’uso, piuttosto che a quello degli estratti. Ma abbiamo anche notato che su altri fronti, nonostante tutte le difficoltà, abbiamo raggiunto dei buoni risultati, come ad esempio nel comparto della IV gamma (ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta all’uso, ndr) e delle zuppe.

D- OrtoRomi viene presentata come la terza azienda nazionale del mercato delle insalate di quarta gamma, mi corregga se sbaglio. Che tipo di prodotto proponete?

R- Con un fatturato che supera i cento milioni di euro, OrtoRomi è la terza azienda nel panorama italiano della IV e V gamma (frutta e verdura cotte, confezionate e pronte al consumo, ndr). Proponiamo un vasto assortimento di insalate baby leaf e adulte già lavate e pronte all’uso, in pratiche buste o vaschette; completano la gamma le ciotole Pausa Pranzo e altri mix in ciotola pratici e completi di kit per il consumo anche fuori casa. Nella nostra offerta ci sono poi zuppe, minestroni e vellutate: ricette tradizionali e classiche per un pasto buono come fatto in casa e sano, senza aggiunta di glutammato o conservanti e pratico, facile da preparare. La V gamma si completa poi con una linea di piatti pronti prettamente estivi, a base di verdure e cereali vari. Infine, OrtoRomi ha lanciato una linea di estratti freschi, 100% solo frutta senza acqua, zuccheri né conservanti aggiunti. L’obiettivo è quello di proporre ai consumatori dei prodotti sicuri in termini di sicurezza alimentare, ad alto contenuto di servizio quindi pratici, veloci da preparare e fruibili anche fuori casa, ma soprattutto buoni, che soddisfino i palati più esigenti.

D- Oltre all’educazione dei consumatori più piccoli, voi, che vi proponete come produttori responsabili, come pensate di venire incontro alle preferenze del consumatore sostenibile?

R- Il tema della sostenibilità è senza dubbio al centro dell’attenzione sia dei consumatori che di noi aziende produttrici. Per quanto ci riguarda, abbiamo preso delle forti posizioni in passato, non demonizzando a priori la plastica, ad esempio, ma invitando tutti a fare la propria parte, concretamente, magari semplicemente con una corretta raccolta differenziata. Tuttavia, il nostro ruolo ci impone di cercare di ridurre il nostro impatto ambientale ed è proprio su questo fronte che abbiamo lavorato e stiamo lavorando: limitare lo spreco idrico grazie a sistemi di riciclo e recupero di acqua, ridurre la quantità di imballo laddove possibile, operare quotidianamente nelle nostre aziende agricole socie adottando pratiche agronomiche amiche dell’ambiente, attraverso la lotta integrata ad esempio, una particolare tecnica a minore impatto ambientale e che pone particolare attenzione sulle caratteristiche di salubrità delle colture trattate.

Lo stabilimento di OrtoRomi a Bellizzi (Sa)

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