Annamaria Pucino – Napoliflash24 – Giornale di informazione su Napoli e Campania https://www.napoliflash24.it Napoliflash24: notizie di cronoca, attualità, politica, news, eventi, spettacoli, sport, calcio, cucina e lavoro. Segui il giornale della città di Napoli. Tue, 13 Apr 2021 22:09:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.2 Le “Trascendenze” di Egidio Carbone volano in Russia https://www.napoliflash24.it/le-trascendenze-di-egidio-carbone-volano-in-russia/ https://www.napoliflash24.it/le-trascendenze-di-egidio-carbone-volano-in-russia/#respond Wed, 14 Apr 2021 15:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=193979 Suggestiva, enigmatica, mai banale è la produzione cinematografica di Egidio Carbone; come ogni sperimentazione artistica, mette in discussione i parametri espressivi del passato per andare oltre, per esplorare nuovi mondi, nuove possibilità. “Trascendenze” è la trilogia del noto regista-drammaturgo campano che da qualche giorno è approdata in Russia dove farà tappa nelle sale cinematografiche di […]

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Suggestiva, enigmatica, mai banale è la produzione cinematografica di Egidio Carbone; come ogni sperimentazione artistica, mette in discussione i parametri espressivi del passato per andare oltre, per esplorare nuovi mondi, nuove possibilità.

Trascendenzeè la trilogia del noto regista-drammaturgo campano che da qualche giorno è approdata in Russia dove farà tappa nelle sale cinematografiche di diverse città: Mosca, Novosibirsk, San Pietroburgo. L’occasione per far conoscere l’originale linguaggio visivo dell’artista è stata la 28/a edizione del New Italian Cinema Events.

Guado, Caligo e Il Mistero del Nylon sono i tre film che verranno proiettati in una terra il cui Spirito è pronto ad apprezzarli, il cui sostrato storico-sociale fece nascere grandi personalità artistiche: da Gogol a Dostoevskij, da Kandinskij a Chagall, uomini che trasferirono, su pagine e tele, il proprio mondo interiore scandagliando la profondità della psiche e dei sentimenti umani, dando vita a controversi personaggi letterari e ad astratte colorate raffigurazioni espressionistiche.

Anche la produzione cinematografica di Carbone sposta l’asse visivo e vitale del lettore, promuovendo l’investigazione emotiva, essa è una lava impetuosa impossibile da definire, da stringere nei lacci di canoni estetici e stilemi.

Nelle Trascendenze l’autore sperimenta la sua teoria sull’attore costitutivo, di colui che è in fieri, in continuo divenire, immerso nel flusso della vita e della propria storia, una sorta di monade hegeliana nella dialettica dell’esistenza.

In occasione della trasferta in Russia, Caligo, il secondo lavoro della trilogia, sarà presentato in una versione inedita e rimontata dall’autore. Ampliato rispetto l’anteprima napoletana proiettata qualche anno fa al cinema Metropolitan, il film è frutto di un’ulteriore maturazione, con un montaggio scandito in tre tempi e con nuovi inaspettati bagliori.

Con Guado, nelle Terre fredde dell’Est, entrerà in scena una Napoli viva e grottesca, materica ed evanescente, zummata all’ombra del Vesuvio e dipanata alla luce del lungomare, dove vita e morte si susseguono in un tempo scandito da ritmi veloci e lenti, aspetti contraddittori di una stessa realtà.

Sicuramente non saranno necessari i sottotitoli in caratteri cirillici per il terzo e ultimo lavoro della triologia: Il Mistero del Nylon è un film muto dove la magistrale bravura pantomimica di Salvatore Cirillo, unico interprete in scena, comunica senza parola, con gesti e sguardi eloquenti.

Salvatore Cirillo non è il solo dei tanti attori e artisti di cui si è avvalso Carbone nelle sue produzioni: James Senese, Enzo Gragnaniello, Ernesto Mahieux, Francesco Paolantoni, Salvatore Cantalupo, Eugenio Bennato, Adele Rita Perna, Antonio Casagrande sono solo alcuni dei tanti nomi.

Per approfondire e saper leggere le suggestive visioni ottenute dalla sua macchina da presa, il regista terrà sempre a Mosca, dal prossimo ottobre, una serie di masterclass, seminari organizzati già in passato alla facoltà napoletana di ingegneria i cui studi, da lui perseguiti, sono stati illuminanti per le sue originali elaborazioni teoriche.

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La Bibbia nell’Arte: il Libro di Ester https://www.napoliflash24.it/la-bibbia-nellarte-il-libro-di-ester/ https://www.napoliflash24.it/la-bibbia-nellarte-il-libro-di-ester/#respond Tue, 23 Mar 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=192205 Sono tre i libri della Bibbia intitolati a donne: Ester, Giuditta e Rut; esse si inseriscono in quel filone, iniziato con il libro dell’Esodo, di figure femminili positive aventi un ruolo determinante per la storia d’Israele. Il Libro, diviso in dieci capitoli, è ambientato nella città di Susa, una delle grandi capitali dell’Impero persiano, presso […]

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Sono tre i libri della Bibbia intitolati a donne: Ester, Giuditta e Rut; esse si inseriscono in quel filone, iniziato con il libro dell’Esodo, di figure femminili positive aventi un ruolo determinante per la storia d’Israele.

Il Libro, diviso in dieci capitoli, è ambientato nella città di Susa, una delle grandi capitali dell’Impero persiano, presso la corte del re Assuero.

Ester, il cui nome significa “stella”, è un’ebrea deportata in Babilonia insieme al suo popolo e, rimasta orfana, viene adottata da un parente, Mardocheo; ben presto Ester è scelta come sposa ed eletta regina dal re Assuero dopo che questi aveva ripudiato la disubbidiente Vasti.

Mardocheo chiede ad Ester di intervenire presso il re per salvare gli ebrei minacciati di sterminio da un editto del primo ministro Aman. La donna, a rischio della propria vita, intercede a favore del suo popolo e, durante un banchetto, smaschera il ministro che viene messo a morte.

A seguito di tale vittoria è istituita la Festa dei Purim, ossia delle “Sorti“, nella quale gli ebrei ricordano il capovolgimento della sorte avversa per l’aiuto provvidenziale di Dio, che opera attraverso il coraggio e la fede della bella Ester, donna “dolce per natura, energica per dovere”.

Nell’iconografia artistica l’eroina ebraica viene raffigurata sia da sola, con gli attributi regali – veste, corona e scettro – sia in cicli figurativi di singoli episodi, di cui i più diffusi sono: il Banchetto per le nozze e l’incoronazione di Ester, lo Svenimento di Ester, l’Intercessione per il suo popolo e il Banchetto proposto da Ester ad Assuero con la presenza di Aman.

La più antica rappresentazione ispirata al testo biblico è un affresco della Sinagoga di Dura Europos (III sec.)

Nel periodo romanico il Libro di Ester è stato illustrato essenzialmente nei manoscritti, come la Bibbia di Souvigny o laBibbia di Roda’. Del XIII sec. è il portale nord del transetto della cattedrale di Chartres, dove sono raffigurate le scene con le Nozze fra Assuero ed Ester, e la Regina che si getta ai piedi del re, e Mardocheo che annuncia la revoca dell’editto contro gli ebrei.

Nel Medioevo le scene dell’intercessione di Ester presso Assuero e della sua incoronazione diventano i testi figurativi più comuni. Ester, che la Bibbia descrive come una giovane “di bella presenza e di aspetto avvenente e rosea nel fiore della sua bellezza“, è sempre raffigurata molto bella, con vesti regali, sofisticate pettinature e adorna di gioielli, come si conviene a una regina.

Nel Rinascimento molto diffusa era l’immagine di Ester sui cassoni nuziali come esempio di devozione coniugale. Botticelli (o per alcuni Filippino Lippi) realizzano i disegni per i pannelli che decorano una cassapanca nuziale raffiguranti: Il ripudio di Vasti-La presentazione di Ester ad Assuero-Lo svenimento di Ester-Il trionfo di Mardocheo.

Anche Michelangelo, in uno dei pennacchi della Cappella Sistina, sintetizza le ultime vicende della sua storia: Ester che denuncia il traditore, Mardocheo in trionfo e l’Uccisione di Aman.

Il re si innamorò di Ester […] e perciò egli pose su di lei la corona regale. Poi il re fece un banchetto […] volendo solennizzare così le nozze di Ester.”   (Est.2,17-18)

La scena dell’incoronazione di Ester è spesso legata iconograficamente a quella del convivio di nozze, ma può anche essere confusa con la scena dell’intercessione.

Generalmente l’incoronazione di Ester è una scena di banchetto con i commensali seduti attorno alla tavola, mentre la scena dell’intercessione avviene con Ester in piedi o in ginocchio davanti ad Assuero che, “alzato lo scettro d’oro, lo posò sul collo di lei” in segno di perdono (Est.5,2); così la presentano grandi artisti, come Tintoretto nella tela del Prado.

In altri casi sono raffigurati solo i due protagonisti come nella tela di Konrad Wit con Assuero che alza il suo scettro verso Ester.

Un’altra scena molto rappresentata è quella dello svenimento di Ester quando si presenta non annunciata davanti al re per intercedere a favore del suo popolo. Generalmente si vede l’anziano Assuero che si alza precipitosamente e le ancelle che sorreggono la regina, come nella tela di Tintoretto o di Poussin; diversamente Artemisia Gentileschi lo raffigura giovane e con lo sguardo folgorato dalla bellezza della regina, mentre si alza di scatto dal suo trono per andare da lei.

Assuero e Aman alla festa di Ester è tra le tele più note legate alla figura di Ester; essa fu dipinta dal grande pittore olandese Rembrandt, il quale ha saputo ben rendere l’atmosfera tesa, il drammatico conflitto fra i tre personaggi biblici, caratterizzati da gesti sobri ma eloquenti.

Aman è immerso nell’ombra mentre la figura della regina è radiosa, la sua veste con un lungo strascico luccica come se fosse di pietre preziose.

Rembrandt raggiunge grande profondità nel rendere la vita interiore, l’energia spirituale dei personaggi biblici; i suoi più grandi trionfi creativi sono evidenti, infatti, oltre che nei ritratti dei suoi contemporanei e nei suoi autoritratti, anche nelle illustrazioni di scene tratte dalle Sacre Scritture. Egli aveva una completa conoscenza dell’iconografia classica la quale modellò adattandola alle sue esigenze, alla sua osservazione della popolazione ebraica presente ad Amsterdam.

Spesso sono state evidenziate anche nei testi figurativi, e non solo nei trattati teologici, alcune prefigurazioni tra Antico e Nuovo Testamento: in un arazzo del XV sec. nel Tesoro della cattedrale di Sens, compaiono al centro l’Incoronazione di Ester, a destra quella della Regina di Saba e a sinistra quella della Vergine.

Al centro del catino absidale della chiesa di S.Filippo Neri a Perugia

Ester e Assuero, Chiesa di S.Filippo, Perugia

Sopra la tela dell’Immacolata Concezione di Pietro da Cortona, è raffigurata Ester che intercede per il popolo ebreo davanti ad Assuero: è prefigurazione dell’Immacolata raffigurata sull’altare maggiore. Ai lati di Ester si trovano quattro donne dell’Antico Testamento, anch’esse prefigurazioni della Vergine: Miriam, Rachele, Debora e Giaele.

L’eroina compare anche nell’Oratorio di Orsanmichele di Firenze, il cui programma decorativo prevedeva nella volta la raffigurazione di 12 figure maschili e 12 femminili, ritenute significative nelle tre epoche della storia biblica: ante legem, sub lege e sub gratia. Anche in questo caso Ester viene dipinta nella parte centrale della volta insieme a Miriam, Giuditta e Rut.

Sulla base del Libro di Ester e di precisi intenti didattici, volti ad affermare solennemente il culto della Vergine contro i protestanti, è basata la decorazione della sacrestia di S.Sebastiano a Venezia di Paolo Veronese.

Al centro della sacrestia è raffigurata l’Incoronazione di Maria in atteggiamento umile, circondata dalle quattro virtù cardinali, dagli evangelisti e da otto scene del’Antico Testamento, fra cui Ester davanti ad Assuero.

La scena principale nel soffitto della navata raffigura l’Incoronazione di Ester per sottolineare identità con la Vergine: la regina è la rappresentazione della Chiesa trionfante sulla sinagoga, personificata dal Ripudio di Vasti dipinto sul secondo riquadro, mentre nell’ultimo riquadro c’è il Trionfo di Mardocheo, che allude all’azione della Chiesa militante sulla terra.

Dopo il declino dell’arte didattica il soggetto dell’eroina ebraica assumerà caratteri più leziosi e profani , l’artista si svincolerà dalla rappresentazione del testo sacro.

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“Grani D’Autore”: la napoletana Andrea Boatta nella nuova campagna pubblicitaria della Barilla https://www.napoliflash24.it/grani-dautore-la-napoletana-andrea-boatta-nella-nuova-campagna-pubblicitaria-della-barilla/ https://www.napoliflash24.it/grani-dautore-la-napoletana-andrea-boatta-nella-nuova-campagna-pubblicitaria-della-barilla/#respond Sat, 20 Mar 2021 15:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=192319 Barilla è un marchio che ha fatto la storia della pubblicità in Italia. Nei suoi 150 anni di vita, l’azienda di Parma è sempre stata in prima linea con campagne memorabili per il brand Mulino Bianco, Pavesi, Pan di Stelle, Voiello. Sono celebri le collaborazioni con registi come Federico Fellini, David Lynch, Giuseppe Tornatore, Gabriele […]

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Barilla è un marchio che ha fatto la storia della pubblicità in Italia.

Nei suoi 150 anni di vita, l’azienda di Parma è sempre stata in prima linea con campagne memorabili per il brand Mulino Bianco, Pavesi, Pan di Stelle, Voiello. Sono celebri le collaborazioni con registi come Federico Fellini, David Lynch, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores.

Durante il lockdown, Barilla è tornata ad essere il marchio che rappresenta i valori della bella Penisola non solo a gli italiani ma anche all’estero.

Dalla scorsa primavera l’azienda ha firmato ilManifesto del Grano Duro impegnandosi nella realizzazione di una pasta con frumento duro Made in Italy. Sugli scaffali dei supermercati hanno fatto la loro comparsa confezioni di pasta con una nuova veste dal colore non più blu ma azzurro mare, su cui si staglia il riconoscibile e insostituibile logo rosso.

Per promuovere questa nuova immagine e iniziativa dell’azienda, la Barilla ha dato vita aGrani D’Autore“: dalla semina al raccolto del grano, un viaggio tra i valori della pasta fatta con grano duro italiano che racconta, attraverso il linguaggio dell’arte, il lavoro dell’azienda per la valorizzazione della filiera agricola italiana di qualità, responsabile e sostenibile.

Il progetto pubblicitario è stato affidato a undici italiani, professionisti di calibro internazionale e talenti emergenti, ognuno dei quali, secondo la propria vena creativa e la propria cifra stilistica, hanno dato vita ad undici illustrazioni che raccontano la loro visione del Manifesto del Grano Duro, attraverso l’utilizzo di linee, forme, simboli e colori ispirati alla nuova pasta.

Sono nati così lavori diversi ma armoniosi visivamente, che danno l’impressione di un grande mosaico con tante tessere dai vivaci colori della tavolozza mediterranea.

Tra i nomi degli illustratori anche quello di Andrea Boatta, nata a Pozzuoli, nel cuore dei Campi Flegrei, tra mare, arte e storia. Laureatasi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, e specializzata al Centro sperimentale di Cinematografia, la giovane artista ha sviluppato una particolare propensione verso il mondo dell’animazione in cui si è distinta con varie produzioni.

Il programma ideologico della Barilla, il recupero e valorizzazione del Bel Paese con le sue risorse agricole e ambientali, ha trovato voce nel manifesto della Boatta attraverso un’animata rappresentazione.

L’illustrazione della Boatta è una sorte di “capriccio partenopeo”, un assemblaggio prospettico di edifici e monumenti cittadini, una sorta di “Tavola Strozzi” ravvicinata. In questoi incastri architettonici in tufo giallo, piperno, laterizi e bianchi marmi, si scorgono anche le sagome azzurre della Barilla, probabile richiamo al passato slogan pubblicitario dove c’è casa, c’è Barilla“. Sullo sfondo, in lontananza, l’immancabile topos cittadino: il Vesuvio.

Ma questa volta l’oleografico pennacchio fumeggiante, cede il posto a iridescenti spine di grano di un terra fertile che, non a caso, gli antichi chiamarono “Campania Felix”.

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Museo di Capodimonte: autoritratto di Sofonisba Anguissola, l’antesignana delle donne pittrici https://www.napoliflash24.it/museo-di-capodimonte-autoritratto-di-sofonisba-anguissola-lantesignana-delle-donne-pittrici/ https://www.napoliflash24.it/museo-di-capodimonte-autoritratto-di-sofonisba-anguissola-lantesignana-delle-donne-pittrici/#respond Mon, 08 Mar 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=191595 Per secoli l’arte è stata appannaggio degli uomini e nascere donna significava essere relegata a una vita privata assumendo il ruolo di moglie e madre. Non fu così per Sofonisba Anguissola, donna controcorrente, capace di infrangere lo stereotipo della creatività maschile e di fare da pioniera nella partecipazione della donna al mondo dell’arte. Con la […]

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Per secoli l’arte è stata appannaggio degli uomini e nascere donna significava essere relegata a una vita privata assumendo il ruolo di moglie e madre.

Non fu così per Sofonisba Anguissola, donna controcorrente, capace di infrangere lo stereotipo della creatività maschile e di fare da pioniera nella partecipazione della donna al mondo dell’arte.

Con la maestria dei suoi dipinti si impose alla scena europea prima ancora delle note pittrici di epoca barocca quale la celeberrima Artemisia Gentileschi o, andando avanti nei secoli, la famigerata Frida Kahlo, tutte donne la cui forte personalità sfidò le convenzioni dei tempi.

Nata il 2 febbraio del 1532 a Cremona, primogenita di una nobile famiglia ebbe, insieme alle sue cinque sorelle, il privilegio di essere avviata allo studio della letteratura, della pittura e della musica secondo quanto suggerito dagli umanisti e in particolare da Baldassarre Castiglione nel celebre trattato il “Cortegiano”.

Le sue capacità disegnative e pittoriche prevalsero sulle altre sorelle, (una abbandonò la carriera artistica per diventare monaca domenicana); ben presto i suoi interessi divennero anche il suo mestiere, riuscendo a farsi conoscere nelle corti italiane ed europee.

Nel 1559 approdò in Spagna dove fu ben accolta da Filippo II divenendo dama di corte della regina Elisabetta e ritrattista ufficiale della famiglia reale.

Un ritratto di Elisabetta di Valois, a lei attribuito, è conservato nel Museo del Prado.

A Napoli, nel Museo di Capodimonte, abbiamo il suo “Autoritratto alla spinetta” realizzato nel 1554, all’età di ventidue anni, in cui appare caratterizzata da occhi chiari e da fronte spaziosa, vestita con abiti semplici ma dignitosi. Allo stesso periodo appartiene anche l’“Autoritratto al cavalletto” con il quale fu la prima pittrice a rompere un tabù mettendo in discussione il ruolo della donna nella società del sedicesimo secolo e spianando così la strada a tante artiste.

Di lei abbiamo altri autoritratti, da sola o accanto le sorelle; quest’ultime, Lucia, Minerva e la piccola Europa, le ritroviamo nella tela “Partita a scacchi” intente a giocare e sorvegliate da un anziana servente.

Interessante è anche il ritratto che fece di lei il suo maestro, Bernardino Campi; la tela vede il pittore mentre è impegnato a ritrarre la giovane allieva nel suo ricco abito color cremisi.

Con il tempo Sofonisba si fece apprezzare non solo per il suo talento artistico ma anche per le sue doti umane, per quella sensibilità che la spinse a restare alla corte madrilena anche dopo la morte della regina per prendersi cura delle due figlie di lei.

Sposatasi trentottenne, tardi per quei tempi, con il nobile siciliano Fabrizio Moncada, lasciò la Spagna per Palermo per poi, rimasta vedova appena cinque anni dopo, risposarsi con il nobile genovese Orazio Lomellini e trasferirsi in Liguria.

Nonostante i suoi spostamenti e varie vicissitudini familiari, non smise mai di dipingere perfino in seguito a un forte calo della vista. A tale proposito,quando ormai era ultra novantenne, fu visitata dal giovane Anton Van Dyck che ne schizzò la figura in un disegno sul suo “Taccuino italiano” e in cui annotò: “ho ricevuto maggiori lumi da una donna cieca che dallo studiare le opere dei più insigni maestri”.

Anche Michelangelo ne sottolineò il valore artistico promuovendone la sua carriera. Fu così l’unica donna che Vasari menzionò nelle sue “Vite” in cui, riferendosi alle sue opere, scrisse: “paiono veramente vive e che non manchi loro altro che la parola”.

Sofonisba Anguissola si distinse in particolare nella ritrattistica che rinnovò trasformandola spesso in pittura di genere; il soggetto è effigiato in un contesto ambientale in cui la pittrice si sofferma nel descrivere un gioiello, un libro, un guanto, uno spadino, tutti dettagli eloquenti nella caratterizzazione del personaggio.

La naturalezza e la freschezza dei particolari nei suoi dipinti risentono molto dell’influenza della pittura bresciana del Moretto, così anche la resa fisiognomica dei volti deve molto agli studi di Leonardo sull’attenzione dei moti dell’animo.

A tal proposito è significativo il disegno di un “Bimbo che piange morso da un gambero” al quale, molto probabilmente, si sarebbe ispirato Caravaggio nel suo noto “Ragazzo morso da un ramarro”.

“Pittrice di anime” Sofonisba seppe conquistare, con le sue doti artistiche e la sua personalità, un ruolo in società all’epoca solo lontanamente vagheggiato dalla donna, ottenendo fama, gloria e riconoscimenti.

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La Bibbia nell’Arte: I e II Libro dei Re https://www.napoliflash24.it/la-bibbia-nellarte-i-e-ii-libro-dei-re/ https://www.napoliflash24.it/la-bibbia-nellarte-i-e-ii-libro-dei-re/#respond Sun, 07 Mar 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=191308 Il I e II Libro dei Re fanno parte dei cosiddetti Libri storici e in origine erano uniti in un unico testo. Essi narrano le vicende del popolo ebraico dopo la morte del re Davide: il governo del re Salomone, lo scisma politico e religioso con il conseguente formarsi del Regno d’Israele e il Regno […]

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Il I e II Libro dei Re fanno parte dei cosiddetti Libri storici e in origine erano uniti in un unico testo. Essi narrano le vicende del popolo ebraico dopo la morte del re Davide: il governo del re Salomone, lo scisma politico e religioso con il conseguente formarsi del Regno d’Israele e il Regno di Giuda, la missione dei profeti Elia ed Eliseo rispettivamente nel Regno del Nord (Israele) e nel Regno del Sud (Giuda).

Tema centrale del Libro è la disfatta dell’unità degli Israeliti e della monarchia dovuta all’idolatria e la ripetuta infedeltà del popolo eletto, indifferente ai numerosi ravvedimenti per mezzo dei profeti.

Dio non tollera più l’iniquità del suo popolo: il Tempio di Gerusalemme viene distrutto da Nabucodonosor, re babilonese, e gli ebrei sono deportati lontano dalla loro Terra.

Gli eventi si svolgono nell’arco di tempo che va dall’850 al 587 circa a. C.

Sicuramente il re Salomone è tra i personaggi di maggiore rilievo, le sue gesta sono riportate anche in numerosi testi figurativi.

Salomone fu terzo re d’Israele, figlio di Davide e Betsabea, moglie di Uria Hittita. Egli fu il più grande, per ricchezza e sapienza, di tutti i re della terra. Perfino la mitica regina di Saba giunse dal suo paese per interrogarlo, mettere alla prova la sua proverbiale saggezza e omaggiarlo con una gran quantità di spezie, oro e pietre preziose.

Con il trascorrere degli anni, le donne, il successo e il denaro vinsero sulla sapienza facendo deviare il cuore di Salomone che non fu più integro come quello di suo padre Davide.

L’incontro tra Salomone e la regina di Saba, da cui ebbe seguito anche il concepimento di un figlio, è stato più volte interpretato in modi e stili diversi da vari artisti. Basta confrontare due straordinari pittori: Piero della Francesca e Paolo Veronese.

“Adorazione del Sacro legno e incontro tra Salomone e la Regina di Saba” è un’affresco di Piero della Francesca facente parte del celebre ciclo delle “Storie della Vera Croce” nella cappella maggiore della Basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1452-1458.

Nella parte destra dell’affresco, l’incontro tra il re di Israele e la regina d’Oriente avviene in un palazzo classicheggiante con specchiature marmoree, colonne scanalate e capitelli compositi. Nel corteo figurano sei damigelle con eleganti acconciature (tipiche dell’epoca rinascimentale) e un serva nana dal curioso copricapo. Notevole è la cura dei dettagli, dei tessuti, degli abiti damascati dei sovrani.

La regina è rappresentata nell’atto di inchinarsi in segno di umiltà e sottomissione, a simboleggiare l’unione tra Chiesa latina e Chiesa Greca avvenuto proprio nel XV secolo.

L’intera composizione risulta perfettamente simmetrica, geometrica con un parti speculari ben dosate. L’affresco ha un ritmo lento e solenne, da cerimonia liturgica.

Le opere di Piero della Francesca, come si evince nell’affresco, sono caratterizzate da una limpida e rigorosa impostazione prospettica, da un armonico rapporto tra figura e natura e da una luce chiarissima e tersa. Le figure sono costruite come solidi geometrici e regolari: teste come sferoidi, colli come fusti di colonne. Ed è proprio questo spirito geometrico che dà ai dipinti dell’artista un senso di attonito silenzio e sospensione temporale.

Andando avanti di circa un secolo troviamo lo stesso soggetto presentato da Paolo Veronese.

La regina di Saba che porta doni a Salomone si svolge in una cornice particolarmente fastosa nella quale il pittore dà prova delle sue capacità scenografiche e prospettiche, notoriamente già sperimentate in dipinti celebri quali Il banchetto a casa di Levi.

Particolari effetti luministici mettono in risalto i dettagli, le stoffe, le suppellettili, quella fastosa opulenza presente all’epoca nella Repubblica veneziana.

Interpretazioni diversi di uno stesso episodio ma tutte opere di grande ingegno e maestria.

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“Peregrini”: un viaggio alla scoperta dell’identità del Meridione attraverso i suoi culti e i suoi riti https://www.napoliflash24.it/peregrini-un-viaggio-alla-scoperta-dellidentita-del-meridione-attraverso-i-suoi-culti-e-i-suoi-riti/ https://www.napoliflash24.it/peregrini-un-viaggio-alla-scoperta-dellidentita-del-meridione-attraverso-i-suoi-culti-e-i-suoi-riti/#respond Sat, 06 Mar 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=191383 Da pochi giorni è uscito il nuovo lavoro documentario dello storico Giovanni Cardone: “Peregrini. Cammino alla scoperta dei culti, dei riti e dei rituali del Mezzogiorno” – Santelli editore. Anni di studio e di appassionata ricerca hanno portato l’autore a raccogliere un cospicuo materiale di fonti, di saggi, su alcuni aspetti specifici del vasto patrimonio […]

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Da pochi giorni è uscito il nuovo lavoro documentario dello storico Giovanni Cardone: “Peregrini. Cammino alla scoperta dei culti, dei riti e dei rituali del Mezzogiorno” – Santelli editore.

Anni di studio e di appassionata ricerca hanno portato l’autore a raccogliere un cospicuo materiale di fonti, di saggi, su alcuni aspetti specifici del vasto patrimonio culturale del Mezzogiorno, materiale tradotto, in termini narrativi, in un piacevole viaggio in luoghi geografici e simbolici del Sud Italia.

In modo mai pedante, quanto piuttosto piacevole e accattivante, Cardone guida il lettore in quel mondo immaginario in cui sono nate e diffuse tante credenze popolari, tradizioni legate ai riti e rituali con cui la gente del Sud ha da sempre convissuto.

Pertanto l’aspetto enciclopedico del volume non deve trarre in inganno, che esso sia rivolto solo a un pubblico specialistico, ma anche a semplici cultori, curiosi della materia, a tutti colori che sono desiderosi di scoprire quei miti ancestrali, quelle superstizioni, che tanto hanno influito nel formare l’identità spirituale non solo del Sud ma di tutta la Penisola.

Danze, balli, maschere trasgressioni, misteri e devozioni sono tutti temi trattati attraverso una dettagliata analisi di molteplici aspetti: storico, sociologico, antropologico.

Il lettore-viaggiatore potrà imbattersi nelle figure fondamentali care alla cultura popolare napoletana come Pulcinella, la Sibilla Cumana, Virgilio Mago, il Principe di Sansevero, ma anche nella varie Madonne del tessuto campano come quella di Piedigrotta o quella Immacolata di Torre del Greco. Non sono trascurati, inoltre, il culto solstiziale di San Giovanni Battista, la Tammurriata e il linguaggio della Taranta descritti dal grande antropologo Ernesto De Martino, la cui figura è stata rivalutata dalla recente critica.

Dalla Campania si passa ancora più giù per arrivare in Sicilia e imbattersi nel culto di Santa Rosalia, Sant’Agata e Santa Lucia nonché dei Misteri di Trapani.

Insomma un percorrere il Bel Paese senza mai stancarsi, immergendosi in una realtà affascinante e misteriosa.

Saggista, storico e critico d’arte, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Giovanni Cardone si è avvalso, nel curare la sua opera, di altrettanti importanti nomi dell’ambiente culturale: Giuliana Albano, Michele Gala, Patrizia Manzi, Giorgio Otranto, Rosario Pinto, Salvatore e Marco Perillo, Marco Scarfiglieri.

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“L’enigma del Cristo Velato”: il giallo letterario di Emanuele Scherillo https://www.napoliflash24.it/lenigma-del-cristo-velato-il-giallo-letterario-di-emanuele-scherillo/ https://www.napoliflash24.it/lenigma-del-cristo-velato-il-giallo-letterario-di-emanuele-scherillo/#respond Sun, 28 Feb 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=191053 Il fascino misterioso della Cappella Sansevero e del suo committente, Raimondo di Sangro, maestro della Massoneria napoletana, ha alimentato l’incipit letterario del romanzo d’esordio di Emanuele Scherillo: L’enigma del Cristo Velato edito da Giazira scritture. IL giallo parte proprio dal fulcro visivo e artistico della Cappella Sansevero: il Cristo Velato. Ai piedi della settecentesca scultura […]

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Il fascino misterioso della Cappella Sansevero e del suo committente, Raimondo di Sangro, maestro della Massoneria napoletana, ha alimentato l’incipit letterario del romanzo d’esordio di Emanuele Scherillo: L’enigma del Cristo Velato edito da Giazira scritture.

IL giallo parte proprio dal fulcro visivo e artistico della Cappella Sansevero: il Cristo Velato. Ai piedi della settecentesca scultura di Giuseppe Sammartino, di cui il grande Canova disse che avrebbe ceduto dieci anni della sua vita per esserne l’autore, viene rinvenuto il corpo privo di vita di Francesco Maria dei principi Di Sangro. Subito partono le indagini e a condurle sarà l‘ispettore Russo, del commissariato San Lorenzo, coadiuvato dal brigadiere Caputo a cui è legato da un profondo affetto.

I due amici si metteranno sulle tracce del colpevole e, insieme a loro, anche il lettore attraverserà le strade, i vicoli, i meandri di quella Napoli antica ricca di storia e monumenti e di cui lo scrittore offre un affresco dettagliato con uno stile fresco e immediato, che consente di coglierne i dettagli e di respirarne il folklore.

Insieme ai personaggi contemporanei, la storia è ambientata nel 2018, si intrecciano i personaggi della Napoli borbonica; attraverso l’uso sapiente del flashback, Scherillo presenta gli eredi dell’antico e glorioso lignaggio dei Di Sangro: Leonardo, Antonino e Cecilia, quest’ultimi due nomi rimandano alle altre due straordinarie sculture marmoree che fiancheggiano il Cristo Velato: la Pudicizia e il Disinganno, rispettivamente i due monumenti sepolcrali fatti realizzare da Raimondo di Sangro per onorare la memoria della mamma e del padre.

Non mancano nel romanzo colpi di scena, ritrovamenti causali, scritte criptate da riuscire a decifrare, ogni elemento è importante per svelare l’enigma e per mantenere alta,in un climax crescente, la suspense e l’attenzione del lettore.

Sequenze dialogiche e sequenze descrittive si alternano in modo efficace, stemperando la tensione investigativa e concedendo divagazioni nella resa visiva di una Napoli viva e, nello stesso tempo, ancorata al passato.

Un forte senso della giustizia e un acuto intuito muovono il protagonista ben caratterizzato nei suoi tratti fisiognomici e nella sfaccettata personalità; risolto l’enigma del Cristo Velato, sarà proprio la passione per il suo lavoro che condurrà l’ispettore Gennaro Russo a nuove indagine riguardo alle quali, però, ne parleremo con il prossimo libro a cui lo Scherillo, mosso anch’esso dalla passione per il suo lavoro di scrittore, ha già messo mano.

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“Agalma”, il film documentario che svela il dietro le quinte del MANN https://www.napoliflash24.it/agalma-il-film-documentario-che-svela-il-dietro-le-quinte-del-mann/ https://www.napoliflash24.it/agalma-il-film-documentario-che-svela-il-dietro-le-quinte-del-mann/#respond Sat, 27 Feb 2021 16:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=190878 In una città viva, dinamica come Napoli, anche i suoi Musei sono cuore pulsante di numerosi persone, di un brulichio di gente tra visitatori, operatori del settore, addetti ai lavori. E ciò mira a sottolineare “Agalma” il film documentario scritto e diretto da Doriana Monaco con le voci di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, selezionato […]

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In una città viva, dinamica come Napoli, anche i suoi Musei sono cuore pulsante di numerosi persone, di un brulichio di gente tra visitatori, operatori del settore, addetti ai lavori.

E ciò mira a sottolineare Agalma” il film documentario scritto e diretto da Doriana Monaco con le voci di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, selezionato alla 17esima edizione delle Giornate degli Autori di Venezia 77, verrà trasmesso in prima visione domenica 28 febbraio su Sky Arte.

La giovane, ma non dilettante regista, dopo un attento lavoro di circa tre anni, con occhio acuto e indiscreto, ci regala una visione inedita del celebre Museo Nazionale Archeologico di Napoli, un originale documentario che consente allo spettatore di andare oltre la bellezza dei numerosi tesori artistici presenti nel monumentale palazzo Borbonico, sorto nel Settecento per accogliere gli innumerevoli reperti provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano.

Dietro le ieratiche e candide sculture greco-romane, gli imponenti gruppi marmorei, l’abbagliante cromatismo dei mosaici e degli affreschi e le preziosità di tanti orpelli ornamentali, dietro un mondo apparentemente bloccato e immortalato, vi è una realtà viva che ruota intorno e che interagisce con il prodotto artistico conferendogli dignità e un giusto ruolo da protagonista.

Accanto ai numerosi turisti provenienti da ogni luogo per ammirare quello che è classificato tra i primi musei di arte antica più importante al mondo, si muovono ogni giorno studiosi, tecnici, personale qualificato, persone impegnate ad animare quelle che sarebbero, altrimenti, immense e fredde sale espositive ricoperte dalla patina del tempo.

Eternizzare l’opera d’arte, bloccarla e conservarla nel tempo, significa dedicarle attenzioni e attualizzarla promuovendola con eventi e progetti; già da alcuni anni, ad esempio, la direzione dell’Archeologico propone di conseguire il godimento estetico unito al benessere psico-fisico dando la possibilità di fare yoga in alcuni ambienti espositivi.

Queste e tante altre sono le iniziative e le attività che si svolgono dietro le quinte, nei meandri dei depositi, ai “piedi” di consoli, atleti, divinità sparse nel Museo Archeologico e che Doriana Monaco magistralmente ha saputo cogliere e registrare con il suo Agalma, nome che non a caso in greco allude alla bellezza statuaria.

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“Dalla pelle dal mare”, l’ultimo romanzo di Gino Giaculli https://www.napoliflash24.it/dalla-pelle-dal-mare-lultimo-romanzo-di-gino-giaculli/ https://www.napoliflash24.it/dalla-pelle-dal-mare-lultimo-romanzo-di-gino-giaculli/#respond Wed, 27 Jan 2021 17:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=188727 Per chi come Gino Giaculli fa il mestiere di giornalista e come inviato in zone di frontiera ne ha viste tante, i ricordi e le esperienze vissute possono materializzarsi nelle pagine di un romanzo. Dopo Il mestiere di Carta e L’ombra e la notte, il redattore del Mattino ha dato alla stampa il suo terzo […]

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Per chi come Gino Giaculli fa il mestiere di giornalista e come inviato in zone di frontiera ne ha viste tante, i ricordi e le esperienze vissute possono materializzarsi nelle pagine di un romanzo.

Dopo Il mestiere di Carta e L’ombra e la notte, il redattore del Mattino ha dato alla stampa il suo terzo romanzo: La pelle dal mare – Ed. Lastaria.

Quanto ci sia dell’autore nella voce narrante lo può ben comprendere chi ha avuto modo di conoscere Giaculli, di sapere quale siano i suoi molteplici interessi; fra le sue passioni sicuramente la musica che fa da colonna visiva al nuovo romanzo il quale, non a caso, ha nella prefazione la firma di Massimo Ranieri.

Tema dominante intorno al quale ruotano più personaggi, ognuno dei quali nell’economia della trama porta le proprie storie, è un argomento non a caso di cronaca, fortemente di attualità: l’emigrazione.

Eroi positivi ed eroi negativi, seppure non nettamente definiti in maniera manichea, sono coinvolti in una vicenda nella quale lo sguardo verso l’altro, il diverso, può essere di compassione, indifferenza, interesse criminale.

Si parla di migranti, dello sporco traffico di poveri emarginati che, nello specifico del romanzo, diventano cavie per esperimenti allucinanti che talora colorano di noir la narrazione.

In una clinica estetica, il cinico direttore e la sua equipe di spregiudicati medici sono riusciti a trovare l‘elisir della giovinezza, un farmaco che blocca il naturale processo di invecchiamento della pelle. Il rivoluzionario trattamento è pronto essere applicato sui i facoltosi pazienti pronti a sborsare qualsiasi cifra pur di fermare il tempo.

Un mondo dell’effimero e dell’efferatezza dove accanto all’indifferenza, all’edonismo, al profitto vi è , però, anche tanta solidarietà fatta di gesti concreti di altruismo e generosità.

L’autore della La pelle dal mare, nonostante l’incombente scenario apocalittico in cui si dipanano le varie vicende, resta ancorato a quella speranza che gli consente, con occhio critico e mai scettico, di osservare le miserie umane.

La prosa di Giaculli è asciutta, scabra, essenziale, nessuno orpello deve distogliere l’attenzione; egli, da vero cronista, vuole colpire il cuore del lettore che davanti alla pagina registra gli eventi come in un reportage.

Parafrasando Dalla pelle al cuore, un ritornello di una nota canzone di Venditti, e cogliendo il messaggio del La pelle dal mare di Giaculli, l’invito per tutti è ricordarsi che l’uomo non è fatto solo di corpo ma anche di anima e spirito. E ciò fa la differenza.

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“Là dove il mare luccica… e l’arte splende”: Paolo Iorio nuovo direttore del Museo Correale di Sorrento https://www.napoliflash24.it/la-dove-il-mare-luccica-e-larte-splende-paolo-iorio-nuovo-direttore-del-museo-correale-di-sorrento/ https://www.napoliflash24.it/la-dove-il-mare-luccica-e-larte-splende-paolo-iorio-nuovo-direttore-del-museo-correale-di-sorrento/#respond Tue, 26 Jan 2021 17:00:00 +0000 https://www.napoliflash24.it/?p=188644 Da sempre Sorrento è stata meta dei turisti per le sue bellezze paesaggistiche, per il suo clima, per le sue delizie gastronomiche; ora, con la nomina di Paolo Iorio alla direzione del Museo Correale, un motivo in più per visitare la “perla” della Costiera, sarà ammirare la settecentesca Villa dei conti Terranova con le sue […]

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Da sempre Sorrento è stata meta dei turisti per le sue bellezze paesaggistiche, per il suo clima, per le sue delizie gastronomiche; ora, con la nomina di Paolo Iorio alla direzione del Museo Correale, un motivo in più per visitare la “perla” della Costiera, sarà ammirare la settecentesca Villa dei conti Terranova con le sue preziose collezioni d’arte.

Paolo Iorio, con il suo piglio manageriale, le sue competenze nei beni culturali e i suoi approfonditi studi storico-artistici (autore di vari saggi e romanzi) nonché con la sua provata esperienza dirigenziale nel Museo Filangeri e nel Museo del Tesoro di San Gennaro (dove tutt’ora è direttore), saprà valorizzare e promuovere il poderoso patrimonio artistico sorrentino.

Già in questi anni, infatti, il nuovo direttore del Museo Correale è riuscito a risollevare i due noti Musei napoletani da quella condizione di incuria e precarietà, in cui versano ancora molti monumenti campani.

Uno Iorio – re Mida che tutto ciò che tocca, entra in suo possesso, sa trasformare in oro e far splendere. La passione è sicuramente l’elemento alchemico” dei suoi successi, l’entusiasmo che mette in ogni sua attività traspare nell’ascoltarlo mentre parla: accattivante, istrionico, persuasivo.

L’antica villa settecentesca, aperta al pubblico nel 1924, raccoglie in 24 sale, su tre piani, oltre diecimila esemplari tra arredi, maioliche, porcellane, orologi, oggetti in ebanisteria della tradizionale lavorazione sorrentina della tarsia lignea. A ciò si aggiunge l’importante Biblioteca in cui sono custoditi scritti originali del poeta Torquato Tasso.

Sicuramente di gran valore la collezioni di quadri dei vedutisti del ‘700 e dei dipinti dell’800 della nota Scuola di Posillipo, con opere di Teodoro Duclere, Giacinto Gigante, Pitloo, Silvester Scedrin, alcuni di essi erano pittori nordici, che furono affascinati dai paesaggi solari della costiera e vollero immortalarli nelle loro tele.

Il piano terra della struttura è riservato ai reperti archeologici provenienti da scavi effettuati nella penisola sorrentina; fu proprio l’archeologo Amedeo Maiuri a definire questo museo” il più bel Museo di provincia italiano”.

L’antica residenza della nobile famiglia Torrenova è situata in un ameno giardino con alberi secolari, piante tropicali e con un viale che conduce ad una splendida terrazza affacciata sul Golfo partenopeo.

Da Napoli a Sorrento, dai Filangeri ai Terranova, ieri come oggi, sicuramente Paolo Iorio continuerà a dare a ogni luogo, casato, opera d’arte, il giusto valore e riconoscimento che, in termini produttivi, significherà anche un maggiore arricchimento per la nostra bella regione Campania.

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