Il tema della separazione è sempre doloroso e scottante, ma spesso il primo pensiero rispetto a questo dilagante fenomeno va in direzione della donna. Sebbene la separazione sia un momento della vita difficile per tutta la famiglia, sarebbe doveroso e auspicabile che tutte le parti coinvolte potessero godere di uguale dignità.

Tralasciando le guerre fra coniugi, spesso estenuanti e soprattutto dannose per i figli, vorrei soffermarmi sulla condizione dei papà separati che nella società attuale sono sempre più in sofferenza.

Separazioni e divorzi, cambiano radicalmente le condizioni di vita, fino ai casi limite di povertà assoluta. L’affido condiviso, quando concesso, diventa impraticabile per mancanza di un luogo idoneo alla frequentazione. Una situazione assurda che sfavorisce i rapporti con i figli e con l’affettività, di cui viene negato il godimento.

I numeri delle statistiche sono impressionanti. I dati redatti, infatti, fanno emergere uno spaccato a troppi sconosciuto: secondo le statistiche della Caritas, i padri separati e divorziati rappresentano oltre il 46% dei poveri.

Ma, al di là dei dati e delle parti, la sensazione è che ci troviamo nel pieno di “una guerra fra poveri”, considerando che anche la maggior parte delle donne separate hanno problemi ad arrivare alla fine del mese. Ed è nella latitanza delle istituzioni e in attesa di tutele, che molte associazioni, regioni e privati si impegnano a prendersi cura dei più deboli.

Per far fronte a questo problema, stanno nascendo infatti, strutture in tutta Italia, dedicate all’accoglienza dei padri che non hanno un posto dove vivere né dove condividere il proprio tempo libero con i figli.

A Napoli il 26 Gennaio 2019 è nata la prima casa per padri separati, per rispondere alle sempre più numerose richieste di aiuto in Campania. La Casa dei papà, da marzo dello scorso anno, ospita cinque padri separati, precedentemente costretti a vivere nell’indigenza.

Una stanza da letto a testa, una cucina, soggiorno, quattro bagni comuni, all’interno di uno spazio concesso dalle suore “Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli”, per dare la possibilità ai papà nella fase successiva alla separazione, di poter avere un luogo dove stare con i propri figli, potendo anche accoglierli per la notte. “L’alloggio è garantito agli ospiti, per un lasso di tempo che va da diciotto a ventiquattro mesi, tempo ritenuto necessario per organizzare una nuova vita”, ha spiegato Luigi Carbone, presidente dell’Associazione “Giovani per San Vincenzo”.

La Casa dei papà è stata finanziata con un crowdfunding aperto sulla piattaforma Meridonare, con il contributo della fondazione Grimaldi, la generosità di Mondo Convenienza che ha donato i mobili per arredare le camere e il contributo di ulteriori offerte da parte di parrocchie e cittadini, che sono riusciti a raccogliere più di 30mila euro”.

Torniamo da Luigi Carbone dopo più di un anno, per fare insieme a lui il punto della situazione.

Ringraziamo il presidente dell’Associazione Giovani per San Vincenzo Luigi Carbone con l’auspicio che anche le istituzioni possano intervenire in tutte le situazioni di difficoltà e che il sistema giuridico possa dare risposte scevre da pregiudizi, assicurando ad uomini e donne pari dignità.

Lucia Montanaro e Carmine Schiavo