Alla fine la festa è arrivata, l’attesa durata un anno è finita.
Il quartiere Barra (Napoli est), l’ultima domenica di settembre, così come avviene dal 1840 è in fermento e pronto ad accogliere migliaia di cittadini provenienti da Napoli e provincia per la Festa dei Gigli.

I Gigli non hanno nulla a che fare col fiore, bensì questi obelischi di legno lavorato, ricordano i riti pagani di fine raccolto, gli alti falò che si erigevano verso il cielo a gratitudine e fecondità del terreno dopo i raccolti. E’ una festa popolare, di origine religiosa e consiste in una processione danzante dei Gigli che vengono portati a spalla da residenti scelti nei vari rioni in competizione. Una gara di resistenza e potenza, fatta di salti, corse, balli, giravolte, sotto il peso delle torri di legno e cartapesta, affrontando prove di abilità, forza ed equilibrio. Il percorso si snoda tra gli stretti vicoli del nucleo più antico del quartiere al ritmo di brani della tradizione musicale napoletana, eseguiti dalle bande musicali poste sulla base della struttura, anch’esse in competizione.

Il giglio è un obelisco di legno alto venticinque metri del peso medio di 12/13 quintali, imbellito di un abito in cartapesta. Viene portato a spalla con “varre” e “varritielli” da circa centoventotto portatori detti «facchini». A suon di musica, alzate brevi e pause lunghe, attraversa le strade principali di Barra – corso Sirena e corso Buozzi – circondato da migliaia di fan. Ogni paranza si distingue dalle altre per i colori e per i testi musicali, anche se l’introduzione degli altoparlanti ha ridimensionato la valenza dei musicisti. Due chilometri lungo i quali i portatori devono essere particolarmente bravi a far scorrere la macchina da festa senza intoppi: ci sono tratti in cui la strada è strettissima e la gente si accalca mettendo a dura prova i giglianti, che si esibiscono fino a tarda notte per tutto il percorso cittadino.

Le origini della festa risalgono ai facchini portuali (c.d. sangiovannari) che, portando le merci appese ad un asse di legno poggiato sulle spalle, divennero trasportatori a braccia delle macchine nolane, durante la festa di Nola divenendo i promotori della festa e della tipica ballata barrese. Si trova traccia della presenza dei Gigli in diverse delibere comunali già dal 1822. Dal primo Giglio parrocchiale, si aggiunsero via via altri ed i festeggiamenti si allontanarono dal calendario nolano di inizio estate (festa di S.Antonio 13 giugno – S. Anna 26 luglio) verso la fine di settembre per permettere ai protagonisti di entrambe le manifestazioni un po’ di riposo ed il tempo di organizzare meglio le costruzioni.
La prima fase concernente l’alzata delle borde e della costruzione quest’anno è avvenuta presso un unico cantiere, sito in Corso Sirena n 305 adiacente il palazzo comunale.

Quest’anno sono sei i Gigli che partecipano alla festa, come sei sono le paranze che contano ognuna circa 300 cullatori che si daranno il cambio di volta in volta per sollevarlo: l’Associazione La Formidabile con la Paranza Formidabile, l’Associazione Ciro Scotti ‘A Papera con la Paranza Amici Miei, l’Associazione Passione Infinita con la Paranza Volontari bruscianesi, l’Associazione Pathenope con la Paranza Parthenope, l’Associazione New Project con la Paranza Insuperabile e l’Associazione Nuovo Bisignano Show con la Paranza Mondiale.
Molte sono state le iniziative delle Associazioni durante la settimana che precede la festa, ci piace ricordare la “Mostra Fotografica sulla Festa dei Gigli” presente all’interno dell’Associazione Società Operaia Mutuo Soccorso. La mostra espone tra le altre, le foto messe a disposizione dall’archivio personale dello storico, giornalista e scrittore Romano Marino che ha dedicato cinquant’anni della propria vita alla ricerca di testimonianze che documentassero la nascita della manifestazione.
Nonostante gli interessi siano subentrati alla trasparenza dei finanziamenti (per cui talvolta fatti di cronaca ed interventi delle forze dell’ordine hanno sequestrato o abbattuto Gigli anche a ridosso della manifestazione), la festa resta, in ogni caso, un momento di commemorazione storica e culturale importante.
Carmine Schiavo
Foto Carmine Schiavo